PALERMO – Continuano i disagi all’Opera Pia Cardinale Ruffini di Palermo, ente ormai fortemente in deficit che ha già annunciato il licenziamento collettivo dei 43 dipendenti. Stamattina all’asilo nido “Pescionlino nemo” nel quartiere della Guadagna, una delle tante strutture gestita dell’Opera Pia, i pochi dipendenti preposti al presidio della struttura ormai inattiva hanno trovato tutte le utenze, luce e acqua in primis, staccate. “Una macabra sorpresa – dice Ernesto Bellitteri, dipendente e rappresentante sindacale della Uil – aprendo l’asilo abbiamo trovato l’allarme che suonava senza sosta, luce e acqua staccate. Nessuno ci aveva avvisati, non era arrivata nessuna comunicazione in merito. Contattare i dirigenti dell’opera pia è stato impossibile. Abbiamo trascorso la mattinata al buio e al freddo”. Non hanno lasciato il loro posto di lavoro i tre malcapitati, “Fino a quando avremo un contratto di lavoro lo rispetteremo – sottolinea Bellitteri – Noi siamo ligi al dovere anche se non riceviamo lo stipendio da 6 mesi e in totale l’opera pia ci deve 15 mensilità arretrate. Soprattutto non presteremo il fianco ad eventuali rivalse nei nostri confronti”.
Questo è solo l’ultimo capitolo della storia che da mesi ormai vede i dipendenti ad un passo dal licenziamento. Lo scorso ottobre il presidente dell’opcer, l’arcivescovo Corrado Lorefice, aveva lanciato l’allarme: un buco da più di due milioni di euro stava facendo crollare a picco l’opera pia. Tra ritardi nei pagamenti dei servizi da parte della pubblica amministrazione e tagli dei finanziamenti da parte della Regione restavano davvero poche le soluzioni per scongiurare il peggio: tra queste la riduzione delle ore lavorative dei dipendenti. I 43 operatori avrebbero accettato anche la riduzione delle ore e quindi dei compensi, ma non la terza opzione sul piatto ovvero quella di mutare i loro contratti: la proposta prevedeva la trasformazione da quello stipulato con un’istituzione pubblica a uno stipulato con un ente privato.
Insomma, nessuna strada ha portato ad una stabilizzazione della crisi, tanto che, dopo un incontro svoltosi lo scorso 6 dicembre fra sindacati e vertici dell’opera pia, si è giunti all’inevitabile: il licenziamento collettivo. L’ultimo incontro prima dell’invio delle carte è previsto per domani, ma ormai gli stessi sindacati non vedono nessuna luce infondo al tunnel: “I dipendenti si sono affidati a legali di fiducia – sottolinea Bellitteri – Questa procedura per noi è illegittima, quindi grazie all’ausilio dell’avvocato Nadia Spallitta stiamo chiedendo invece di procedere con l’estinzione dell’Ipab. Una soluzione che, considerato che l’opera pia Ruffini non ha più i requisiti per cui è stata creata, potrebbe consentire il passaggio di tutti i beni immobili al comune di residenza e anche la possibilità di assorbirne i dipendenti”.