Nuovi terminal per il porto | Al via il bando per la progettazione - Live Sicilia

Nuovi terminal per il porto | Al via il bando per la progettazione

Una panoramica del porto di Palermo

L'Autorità portuale bandisce un concorso di idee. In palio un premio di 77mila euro

PALERMO – A livello internazionale si è parlato di “water renaissance”, in ambito urbano, per definire quel complesso processo di riqualificazione e rivitalizzazione delle zone di waterfront, laboratori di stimolanti esperimenti e di innovative soluzioni, volti a recuperare una più alta qualità della vita. A Palermo il progetto del waterfront urbano-portuale va allora immaginato come un nuovo atteggiamento nei confronti della città che, entrando in contatto con il mare, mette in essere un imponente cantiere indirizzato a creare una grande infrastruttura posta alla base di una rete di luoghi, relazioni, funzioni, innesti e ricuciture tra il mare e la città, che incoraggia la creatività dei residenti, favorisce lo scambio e la collaborazione tra operatori, giovani e anziani, cittadini e visitatori, e perfino artisti, e incontra, secondo nuovi modelli produttivi, anche le imprese e il mercato.

IL CONCORSO DI IDEE. L’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia occidentale ha bandito (documentazione sul sito www.portpalermo.it) un “Concorso internazionale di idee per la progettazione dei nuovi terminal crociere e terminal passeggeri e ro-ro e delle relative aree di interfaccia città-porto, nell’ambito delle previsioni del Piano Regolatore Portuale del Porto di Palermo” (in corso di approvazione). Il bando è stato inoltrato il 15 gennaio 2018 alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e il 20 aprile 2018 scadrà il termine ultimo per ricevere gli elaborati. Il vincitore del concorso riceverà un premio di euro 77 mila (oltre IVA e ogni altro onere di legge), mentre al concorrente risultato secondo sarà riconosciuto un rimborso spese di euro 21 mila (oltre Iva e ogni altro onere di legge). L’AdSp si riserva la facoltà di affidare al vincitore le successive fasi di progettazione, per un presunto importo complessivo di 3.274.825,22 euro (oltre Iva e ogni altro onere di legge). Il costo complessivo delle opere ammonta a circa 70 milioni. Il bando di concorso è stato coadiuvato da uno studio sulla rigenerazione del waterfront urbano-portuale curato dal professor Maurizio Carta dell’Università di Palermo, per il quale “l’elemento più connotante il futuro del porto di Palermo è quello di offrire una nuova relazione tra la città e il suo mare, ribaltando la logica della barriera per proporre gli stessi nuovi terminal come la continuazione contemporanea degli assi urbani che connettono i monti al mare, lunghe dita che si protendono per stringere di nuovo il patto con l’acqua, diventando le nuove componenti del paesaggio della Palermo del futuro”.

IL CONCEPT. Per liberare il fronte portuale e istituire nuove relazioni visive e funzionali in grado di integrare la città e il porto, il layout prevede la costruzione di due nuovi terminal che seguono parallelamente la giacitura dei moli e che, insieme all’attuale stazione marittima e a un sistema di collegamenti pedonali in quota, sono considerati un unico sistema misto in grado di rispondere sia alle più attuali, e in crescita, esigenze funzionali portuali sia ad accogliere nuove funzioni miste rivolte ai cittadini e ai turisti, generando nuovo spazio urbano. L’area interessata dal concorso si estende per circa 140 mila mq, dal Molo Sammuzzo al varco Santa Lucia.

TERMINAL CROCIERE. Il Molo Sammuzzo è destinato a ospitare il nuovo terminal crociere necessario per potenziare la vocazione turistica del porto di Palermo e accogliere navi di grandi dimensioni con l’obiettivo di candidare lo scalo palermitano a diventare un “cruise home port” (porto crociere capolinea). Il nuovo terminal sarà uno spazio multiuso, flessibile, integrato nel paesaggio e connesso tramite un varco pedonale all’area accessibile da via Patti, agevolando così l’uscita dei crocieristi verso il centro storico. Il nuovo terminal crociere si configura come un nuovo landmark urbano, luogo simbolo dell’apertura del porto alla città e della crescente importanza che esso riveste per l’economia e la qualità del luogo. Il terminal è concepito come un elemento capace di generare un nuovo paesaggio urbano, sia artificiale che vegetale, e di fungere anche da spazio pubblico per una città che torna a guardare al mare.

TERMINAL RO-RO MOLO PIAVE E INTERFACCIA CITTA’-PORTO. Il Molo Piave accoglierà il nuovo terminal ro-ro e passeggeri e un’area di interfaccia su via Crispi come filtro del sistema di flussi pedonali e carrabili da e verso il porto e, in parte, strumento di innesto tra porto e città, anche per l’importante presenza della futura stazione della metropolitana. Il terminal ro-ro, da un lato, si rapporta alle nuove esigenze funzionali, infrastrutturali e rappresentative di un moderno porto in crescita in termini di flussi e di dotazioni e, al contempo, rappresenta l’opportunità di colmare il gap funzionale e simbolico che ha determinato la netta separazione e assenza di relazioni tra funzioni portuali e urbane. L’obiettivo principale del nuovo edificio è quello di fungere da filtro tra funzioni prettamente portuali e funzioni miste. Sia l’edificio che costituirà il fronte con la città che il suo ultimo livello, nonché la copertura stessa offriranno alla città una porta, un affaccio e uno spazio pubblico, accogliendo funzioni miste, alcune delle quali aperte e accoglienti rispetto a possibili fruitori urbani. Per la sua posizione la struttura riveste un alto valore simbolico e, in quanto tale, assumerà una forte riconoscibilità e visibilità che dovranno essere armonizzate con il paesaggio urbano e con gli assi prospettici della città che inquadrano le relazioni mare-monti. L’edificio è anche occasione per ripensare il rapporto visuale con il waterfront portuale assicurando, attraverso una articolata conformazione dei diversi livelli, una ricchezza di prospettive visuali, una promenade panoramica e delle aree belvedere dalle quali osservare (senza intralciare) le attività portuali. Il progetto ambisce, dunque, a generare nuovi spazi pubblici urbani in stretta relazione con il porto, aree pedonali, giardini da connettere con il fronte urbano, nuove piazze e aree commerciali, generando una interfaccia in grado di assicurare l’innesto tra funzioni e spazi urbani e portuali.

IL COMMENTO. L’obiettivo prioritario dell’Authority è quello di sviluppare i traffici portuali e le attività connesse, valorizzando al contempo il porto e il suo waterfront attraverso una strategia di sviluppo funzionale e competitivo in grado di soddisfare le nuove esigenze del ciclo trasportistico e rispondere alle richieste del mercato e alle sue rapide trasformazioni. Commenta il presidente dell’Autorità portuale di Palermo, Pasqualino Monti: “La futura offerta portuale nasce da quattro precise fasi che riguardano, nell’ordine, la pianificazione, la programmazione, la progettazione e la realizzazione. Concluso il suo iter, dunque, il progetto accederà, al reperimento dei fondi europei destinati all’infrastrutturazione dei porti. La pubblicazione del bando costituisce il primo tassello dell’operazione “Palermo torna a guardare il suo mare”. Palermo, città di struttura complessa e di dimensione significativa, mantiene con l’acqua una relazione visibile importante, che può presentare anche aspetti fortemente problematici ma rappresenta uno straordinario valore aggiunto. Sappiamo bene quanto sia necessario un rapporto fra architettura e comunità e il waterfront che, anche a Palermo, ha funzionato come un “magnete” per riqualificare e rinnovare zone degradate e abbandonate. Ma la sua spinta può provocare autentiche scosse telluriche sull’intero assetto urbano, inducendo mutazioni su vasta scala, ben più estese della zona di bordo, di confine con l’acqua, costruendo una nuova immagine per l’intera città. Noi lavoriamo in questa direzione. L’attuale struttura portuale ha degradato la presenza dell’acqua in città facendola scomparire del tutto: i nuovi interventi tendono a ripristinare paesaggi che includano il mare, restituendolo ai palermitani. La forma e la forza dell’acqua riappaiono allora, magari con nuovi significati, a sottolineare la versatilità del linguaggio espresso da questo elemento naturale in una dimensione strategica di sviluppo urbano”.


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