PALERMO – Di Tiziana e Carmelo cento cose si potrebbero scrivere. Una è quella indelebile: la luminosità che li unisce, a poco a poco, mentre parlano. Sicché, da due cuori che erano, diventano subito una persona sola.
Un caffè al centro. A Palermo piove. Carmelo Gatto e Tiziana Amato, l’amore, tre figli, un ragazzo autistico. Le parole di Beppe Grillo, proprio sull’autismo, li hanno feriti in profondità. E qui non c’entra la polemica politica. E’ carne che sanguina, mentre l’anima prova a mettere garze per fermare l’emorragia.
Anche oggi, a qualche ora di distanza, quelle parole bruciano, mentre fuori piove. L’ira, se mai c’è stata, è sfumata. Rimane l’ammaccatura. Carmelo inizia: “Non è stata solo la battuta che potremmo definire sicuramente infelice. Mi ha fatto male sentire la gente che rideva, che sghignazzava in sottofondo”.
Tiziana continua: “Quanta ignoranza, quante informazioni inesatte. Altro che malattia, altro che persone che non capiscono. I ragazzi autistici hanno una ricchezza interiore che uno sguardo superficiale non coglierà mai”. C’era malizia? E’ stata una disattenzione? Il calcolo di un effetto voluto? O forse valeva la pena di incidere così a fondo per l’obolo di un applauso? Non lo sapremo mai. Ma le conseguenze sono chiare. Negli occhi di Carmelo e Tiziana – due genitori ‘colonna’ di Parlautismo onlus, l’associazione che ha richiamato con forza il problema in questi anni – sfrigola l’offesa a una speranza che lotta contro il dolore.
“Vorrei dire questo al signor Beppe Grillo – incalza Tiziana – venga a vivere un giorno con noi, anche un’ora può bastare. E si renderà conto del danno che ha procurato”. “Sei un artista anche geniale, nessuno lo nega – dice con pacatezza Carmelo – ma sei pure il punto di riferimento di un’area politica. Ci vorrebbe maggiore cautela. Sono in sintonia con mia moglie. Siamo genitori cortesi, chi vuole venga a scoprire il coraggio e la bellezza del tempo che viviamo insieme”.
Tiziana e Carmelo hanno costruito la felicità, con tenacia. Nella luminosità che condividono ci sono le lacrime e i sorrisi, l’odore bruciato dell’uovo fritto in cucina, il balcone con i fiori e il loro profumo, quando piove come adesso, la stanza dei giochi, il ripostiglio dei tormenti, la tv e le passeggiate. C’è una vera famiglia.
Il loro ragazzo è un adolescente. “La diagnosi arrivò quando era bambino”, racconta Carmelo. Ed è cominciata una paziente tessitura. “Ho creato i libri adatti per mio figlio, lavorando di notte – spiega Tiziana – cercando di mettere su un percorso che lo coinvolgesse. Ho preso in prestito i cartoni animati della Disney, le foto… Quante foto ho scattato a suo fratello maggiore, per mostrargliele e insegnargli il movimento. Penso che Dio ci abbia guidati, altrimenti non ce l’avremmo fatta. Quanta fatica…”.
Ma ne è valsa la pena, si capisce mentre le mani si sfiorano, tra un caffè è l’altro. Fuori piove. Gocce e sciocchezze. Eppure, chi porta il suo amore con sé sarà sempre al riparo. Un fiore all’asciutto.