PALERMO – Otto euro al giorno per 257 giorni trascorsi in condizioni degradanti nel carcere Ucciardone di Palermo. Totale: duemila e 56 euro. A tanto ammonta il risarcimento dei danni che il giudice Ignazio marchese della prima sezione civile del Tribunale ha riconosciuto a un detenuto. A pagare sarà il ministero della Giustizia.
L’avvocato Enrico Bennici ha contestato la violazione dell’articolo 3 della Cedu, la Corte europea per i diritti dell’uomo,. Nel carcere palermitano un cinquantenne di San Giuseppe Jato non ha goduto della soglia minima di tre metri quadrati che spettano a ciascun detenuto. Ha sempre condiviso la cella con tre o quattro persone.
Il periodo di detenzione preso in esame è compreso tra ottobre 2014 e giugno 2015. Fra le cause che rendevano disumane le condizioni carcerarie era stata inserita anche la mancanza di riscaldamento durante l’inverno. “Sebbene non risulti invece smentita l’assenza di riscaldamento nella casa di reclusione di Ucciardone – spiega il giudice – considerando la mite latitudine di Palermo, la presenza di acqua calda, la compresenza di più persone in ambienti dalle dimensioni contenute, pur senza trascurare il disagio che tale situazione abbia certamente comportato nei mesi invernali, per quanto sopra detto la circostanza non è comunque in grado ad integrare da sola il trattamento inumano per cui è qui istanza risarcitoria”. Insomma, se da un lato il sovraffollamento ha ridotto gli spazi a disposizione, almeno ha riscaldato la cella.