PALERMO – Circa duecento persone, in rappresentanza di associazioni, centri antiviolenza, Arciragazzi, Arcigay, coordinamento Palermo Pride, varie sigle sindacali sono scesi in piazza a Palermo contro il ddl del senatore leghista Simone Pillon che intende riformare gli istituti dell’affido condiviso, del mantenimento diretto e della garanzia di bigenitorialità. Il testo prevede l’affidamento condiviso e alternato dei figli nelle coppie separate e l’azzeramento dell’assegno di mantenimento,
Il corteo, partito da piazza Mordini, si è snodato lungo la via Libertà. “Il disegno di legge ci fa tornare indietro di 50 anni. E la ricaduta sulle donne vittime di violenza domestica è terribile – dice Alessandra Notarbartolo, del Coordinamento antiviolenza 21 luglio – La nostra opposizione è totale, non c’è un solo punto del provvedimento che secondo noi può essere migliorato e per questo ne chiediamo il ritiro.
Anche a Catania, promosso da numerose associazioni, nonostante il temporale che si è abbattuto sulla città, si è tenuta una manifestazione di protesta contro il disegno di legge del senatore Pillon, con un presidio davanti la Prefettura. Molte le donne presenti, che si sono riparate con ombrelli colorate, che hanno contestato il ddl che, ritengono , “in materia di separazione, divorzio e affido dei minorenni porta indietro il Paese di 50 anni”. Tra le ragioni del ‘no al decreto’, le associazioni hanno citato “la finta assenza di differenze economiche di genere e di disparità per le donne nell’acceso alle risorse, poche nella presenza e permanenza sul mercato del lavoro, nei livelli salariali e nello sviluppo della carriera”.
“Il governo nazionale a trazione leghista si conferma il governo dell’attacco ai diritti e alle conquiste sociali. Un attacco a 360 che rischia di portare l’Italia indietro nel tempo – dice il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. La proposta di legge Pillon, come il Decreto sicurezza, come la proposta per l’istituzione del controllo governativo sulla divulgazione scientifica, sono tutti elementi di un unico disegno politico ormai chiaro e che ha evidenti riferimenti storici e politici nella storia dell’Italia autoritaria e fascista”.