“Sono cose assolutamente inammissibili. Non trovo altre parole”. A Giovanni Fiandaca, garante siciliano dei diritti dei detenuti e notissimo professore di Diritto penale, certe scene non sono andate giù. Un reo, Cesare Battisti, mostrato in processione dopo la cattura e il rientro in patria. Due ministri, Salvini e Bonafede, che l’aspettano in pompa magna. Il video celebrativo con la musica da film. Una retorica da Colosseo più che da codice. Ed è perciò normale che un uomo di legge, abbia da dire qualcosa, dopo una meditata ponderazione di qualche giorno. Pesando, come sempre, le parole. “Parlo come garante, come giurista e come docente di lungo corso…”.
Prego professore.
“I due ministri, il leghista e il grillino, con lo show governativo all’aeroporto di Ciampino, con la coda del video presente sul web, hanno dato singolarmente prova di non possedere una adeguata cultura costituzionale, istituzionale e giuridica e di essere portatori di orientamenti regressivi. Altro che politica del cambiamento, il cambiamento, appunto, è regressivo…”.
Cosa la preoccupa?
“Si rischia di riportare indietro le lancette dell’orologio in termini di civiltà generale, non soltanto giuridica, col restaurare forme di gogna pubblica di tipo medievale. Ed è grave che messaggi del genere vengano veicolati al grande pubblico che può non avere gli strumenti validi per discernere”.
Lei reclama più sobrietà.
“I politici, specialmente nel ruolo istituzionale di ministri in settori importantissimi, dovrebbero guardarsi da forme di evidente strumentalizzazione della giustizia e della cattura di un criminale, pure autore di gravissimi delitti, per fini di facile consenso…”.
Insomma, lo show non le è piaciuto.
“… Mi lasci finire. Ancora di più dovrebbero guardarsi dal farlo con atteggiamenti inammissibili. Penso al giubbotto della polizia penitenziaria indossato dal ministro Bonafede per imitare il collega Salvini. Oltretutto…”.
Oltretutto, professore?
“Sono un giurista, dunque faccio riferimento a una norma precisa, l’articolo 42 bis dell’ordinamento penitenziario, quarto comma: ‘Nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità, nonché per evitare ad essi inutili disagi. L’inosservanza della presente disposizione costituisce comportamento valutabile ai fini disciplinari’”.
Tiriamo le fila
“La violazione del diritto comporta il rispetto per le vittime, ma non può prescindere da un senso di moderazione nei riguardi degli autori”.
Forse non è andata proprio così.
“Il ministro Salvini che usa espressioni come ‘marcire in galera’ andrebbe rimosso per assoluta incompatibilità costituzionale. E penso che anche alcuni parenti delle vittime si siano sentiti legittimamente offesi da uno spettacolo del genere. A loro bisognerebbe chiedere scusa”.