Cibi surgelati venduti come freschi| Blitz dei vigili in tre supermarket - Live Sicilia

Cibi surgelati venduti come freschi| Blitz dei vigili in tre supermarket

I caschi bianchi in via Leonardo Da Vinci, via Sampolo e via Oreto.

PALERMO – Tre supermercati rispettivamente ubicati in via Leonardo da Vinci, in via Sampolo e in via Oreto sono incappati nella rete dei controlli della Polizia Municipale. Gli agenti del nucleo antifrode, nell’ambito dei controlli sulla salubrità degli alimenti predisposti dal comandante Gabriele Marchese per la tutela della salute pubblica, hanno controllato tre supermercati, nessuno dei quali è risultato in regola.

In via Leonardo da Vinci gli agenti hanno sequestrato 16 litri di vino, 12 di vino liquoroso, 103 uova, 16 confezioni di pangrattato da mezzo chilo, salame, caciocavallo, 7 recipienti di ricotta da mezzo chilo, 34 chili di frutta e verdura perché tutti privi di provenienza e tracciabilità. Al gestore della macelleria/supermercato è stata comminata la sanzione di 1500 euro.

In via Sampolo il titolare e il gestore del supermercato, F.T. di 49 anni e G.L.S. di 36 anni sono stati denunciati all’autorità giudiziaria per cattiva conservazione di cibi e frode in commercio. Gli agenti hanno trovato 3 teglie di pasta al forno (anelletti, lasagne e ravioli) per un totale di circa 20 chili, poi cozze, gamberi, cornetti mignon, patate, pesce spada, pane, tutti gli alimenti erano stati cucinati in origine, surgelati e messi in vendita come freschi.

Anche in via Oreto il titolare, A.T. di 68 anni è stato denunciato all’autorità giudiziaria per gli stessi reati; i 20 chili di pane surgelati all’origine e venduti per freschi erano anche conservati in un frigo mal funzionante.

“E’ un fenomeno purtroppo ormai diffuso – dice Nino Buscemi, presidente della Fippa Palermo -. Per questo la polizia municipale dovrebbe effettuare un monitoraggio con controlli quotidiani nella grande distribuzione: nei supermercati è frequente l’annuncio del pane “appena sfornato”, ma in realtà si tratta di prodotti congelati che la maggior parte delle volte provengono dall’estero. I forni utilizzati, scongelano e riscaldano, dando una doratura che inganna il consumatore. Quest’ultimo, non è quindi a conoscenza né della provenienza del pane che acquista, né delle farine utilizzate. Un meccanismo che mette in pericolo la salute del cliente e danneggia i panificatori che invece puntano sulla freschezza e la genuinità dei prodotti”.


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