PALERMO – Meno aree, una struttura più snella con un solo riferimento per assessore, il “ritorno” del centro storico ma soprattutto del direttore generale, che a Palazzo delle Aquile mancava ormai da anni e che avrà anche la cabina di regia sulle partecipate. La giunta Orlando approva la nuova organizzazione degli uffici comunali: una piccola rivoluzione che entrerà in vigore ufficialmente il primo giugno, ma per sapere i nomi dei burocrati protagonisti del nuovo assetto si dovrà attendere maggio inoltrato, dopo un confronto col sindacato dei dirigenti previsto per la prossima settimana. Finora l’unica certezza è che il Segretario generale, Antonio Le Donne, svolgerà anche l’incarico di Direttore: una concentrazione di poteri che non si vedeva da tempo e che lo rende, di fatto, il vero uomo forte della burocrazia palermitana.
Una partita, quella degli uffici, legata a doppio filo a quella della giunta e infatti, appena qualche settimana dopo l’insediamento della nuova squadra del sindaco, si è passati ai dirigenti. La delibera, fortemente voluta dal vicesindaco Fabio Giambrone che ha anche la delega al Personale, ha dovuto superare più di un ostacolo ma alla fine, in tempi insolitamente brevi, ha visto la luce proprio per l’insistenza del numero due di piazza Pretoria che ha anche avuto il mandato di accelerare sul concorso per i dirigenti tecnici.
Per il sindaco si tratta di “una riorganizzazione che snellisce la struttura e la rende più aderente all’organizzazione delle deleghe politiche, per assicurare un maggior raccordo fra funzioni dirigenziali ed assessoriali per l’attuazione del programma. Una riorganizzazione che libera risorse che saranno redistribuite all’interno della struttura e che nel suo complesso avrà un minore peso organizzativo”. “La base per un importante lavoro di raccordo e collaborazione, nel rispetto dei rispettivi ruoli e mandati, con la dirigenza che è punto cardine della macchina amministrativa – commenta il vicesindaco Fabio Giambrone – Credo utile sottolineare che la Giunta ha esplicitamente rimarcato l’importanza della rapida ricostituzione delle posizioni organizzative che sono elemento importante della operatività dell’intera struttura”.
Inoltre la nuova mappa prevede che tutti gli uffici e tutte le aree, compresi Gabinetto e Avvocatura, siano sotto il vicesindaco (fa eccezione solo quello autonomo del consiglio): insomma Giambrone si conferma l’uomo forte della giunta, con Orlando pronto a demandargli sempre più responsabilità. E rispetto alle indiscrezioni di questi mesi, non mancano alcune importanti novità.
DIRETTORE GENERALE Partiamo da quella più dirompente, e cioè il ritorno di un Direttore generale. L’ultimo dell’era Orlando è stato Luciano Abbonato, nominato nell’estate del 2012 e rimasto in carica pochissimo prima di assumere il ruolo di assessore al Bilancio. E prima di lui, per qualche mese, era stato Fabrizio Dall’Acqua, allora Segretario generale, a ricoprire la doppia veste sotto il commissario Latella. Insomma, il doppio incarico non è certo una novità per il comune di Palermo e consente all’amministrazione anche un significativo risparmio rispetto a un esterno (anche se le somme per pagarlo vanno ancora individuate); peraltro, si sussurra nei corridoi di piazza Pretoria, lo stesso Le Donne non aveva fatto mistero di puntare al ruolo di Direttore. Dall’amministrazione precisano però che non si è rinunciato all’idea di una procedura pubblica, che però richiede tempi più lunghi.
Di peso gli uffici collegati alla nuova figura. Il Direttore assumerà infatti molte competenze che finora erano dal Capo di Gabinetto e si occuperà del Controllo strategico, delle gare sopra soglia Ue, delle Risorse umane e dei concorsi ma soprattutto di Partecipate, coordinando una vera e propria cabina di regia che prevede il controllo amministrativo e giuridico delle aziende.
PARTECIPATE Non ci sarà più, quindi, un unico settore per le Partecipate, malgrado i buoni risultati sui disallineamenti, ma la competenza sarà spacchettata. Al Direttore toccherà la cabina di regia e il controllo amministrativo e giuridico; al Bilancio il controllo finanziario; i rapporti funzionali ai singoli uffici, con Amat e Rap che faranno capo all’area dell’assessore Giusto Catania, Sispi e Reset al vicesindaco e Amap e Amg ai Lavori pubblici. I singoli contratti di servizio faranno capo ai vari Servizi: quello di Rap all’Ambiente, Amat alla Mobilità, Sispi all’Innovazione, Reset all’Edilizia pubblica e così via.
AREE In totale diminuiscono le aree, che da 15 passano a 11, così come i servizi scendono da 88 a 80, ma a cambiare è proprio la struttura degli uffici: a parte l’ufficio di staff del consiglio comunale, che resta autonomo, ogni assessore avrà una sola area e quindi un solo capoarea con cui relazionarsi. L’unico a fare eccezione è il vicesindaco che avrà sia l’area del Decoro urbano che quella della Polizia municipale e sotto il quale, al netto del consiglio comunale, ci saranno tutti gli uffici, compreso quello di Gabinetto. La delibera prevede anche una progressiva riduzione dei posti da dirigente che nel triennio passeranno da 91 a 80, limitando gli interim: 34 saranno amministrativi, 15 avvocati, 12 tecnici, otto contabili, tre culturali, due per la vigilanza, un agronomo, un tecnico ambientale, un informatico, un economista, uno statistico e uno per i servizi sociali. Alcune delle attuali poltrone sono invece a esaurimento: andato in pensione il titolare, cesseranno.
Come detto, la nuova organizzazione entrerà in vigore dal primo giugno e prima bisognerà modificare il regolamento dei servizi e procedere all’interpello interno. Le indicazioni della giunta però sono chiare: ruoli dei singoli uffici ben definiti così da evitare scontri e incertezze sulle competenze, indennità di posizione a quei burocrati che svolgono effettivamente compiti più gravosi, aumento della quota variabile del fondo per la performance così da far pesare maggiormente il raggiungimento degli obiettivi, un freno agli interim e dirigenti obbligati a rapidi passaggi di consegne, associando la propria firma sugli atti sino a fine anno. E ancora solo 15 (e non più 18) avvocati col rango di dirigente grazie ai pensionamenti, puntando maggiormente sui funzionari legali, e meno dirigenti nelle circoscrizioni (dove ci saranno invece i funzionari), un burocrate che si occupi a tempo pieno di Sala delle Lapidi e il declassamento del settore che si occupa di Gare e contratti che tornerà a essere un’unità nell’ambito della Direzione generale, demandando i bandi più piccoli ai singoli uffici (cosa su cui il Ragioniere nel suo parere ha espresso qualche riserva per le mancate economie di scala).
“Promozione” per l’Innovazione, la Statistica e la Protezione civile, che avranno un dirigente l’uno: l’Innovazione andrà a un tecnico, la Protezione civile sarà scorporata dalla sicurezza sui luoghi di lavoro e la Statistica sarà potenziata. Il Suap si riprende diversi uffici, tra cui Suolo pubblico e Pubblicità, e prevede anche un dirigente ai mercati generali. Il Capo di Gabinetto mantiene lo Sviluppo strategico, la Statistica, il Turismo, lo Sport, il Cerimoniale, la Comunicazione e i rapporti con Sispi, mentre sopravvive il servizio Città storica e alla Mobilità nasce un servizio dedicato al tram.
TOTO-NOMI Le caselle sono pronte, ma non sono ancora riempite e non lo saranno prima di qualche settimana. Nonostante questo, impazza il toto-nomi tra chi sale e chi scende. Sembrano confermati sia l’Avvocato capo, Giulio Geraci, che il Ragionere Bohuslav Basile, mentre potrebbe esserci un avvicendamento alla Polizia municipale: Luigi Galatioto verrebbe promosso comandante, mentre Gabriele Marchese andrebbe a capo dell’area che si occupa di Sociale, Anagrafe, case popolari e beni confiscati. Sparito il settore Partecipate, Sergio Maneri dovrebbe diventare il capoarea alla Pianificazione urbanistica mentre Maria Mandalà dovrebbe tornare ai Tributi. Nicola Di Bartolomeo dovrebbe diventare il capoarea delle Opere pubbliche, ma avere anche l’interim dell’Urbanistica per la firma del nuovo Piano regolatore; Giuseppe Sacco potrebbe finire col guidare un servizio nell’area della Pianificazione urbanistica. In bilico l’attuale capoarea della Cultura Sergio Forcieri, mentre resta il rebus sul Suap: in calo le quotazioni di Carmela Agnello, tra i papabili ci sono Roberto Raineri (dato per favorito) e Domenico Verona. A capo di Decoro urbano e Verde Domenico Musacchia.
FUNZIONARI Fatti i dirigenti, l’amministrazione ha promesso di occuparsi dei funzionari: nella delibera si dà mandato di ricostituire rapidamente le posizioni organizzative.
LE OPPOSIZIONI Critiche le minoranze. “Diciamo basta all’ennesima riorganizzazione degli uffici e dei servizi che non tiene conto della richiesta del consiglio comunale della modifica e dell’aggiornamento del criterio generale a cui fa riferimento la delibera – dice il capogruppo Fi Giulio Tantillo – Questo provvedimento scontenta tutti ed è destinato ad infrangersi con la dura realtà dove tutto funziona male. Gli uffici vanno riorganizzati ascoltando le esigenze e le proposte del personale, dei cittadini e delle rappresentanze di categoria che sono coloro che vivono la quotidianità. La delibera va rivista, vi sono stravolgimenti che non tengono conto della specificità di alcuni servizi e settori, chiederemo un dibattito d’aula. Del cambiamento annunciato con la presentazione della nuova giunta, alla luce degli atti proposti, non vi è traccia! Le opposizioni si riuniranno nei prossimi giorni per elaborare proposte e strategie d’aula in considerazione che la maggioranza scricchiola ogniqualvolta l’aula si riunisce”.
Per Ugo Forello (M5s) “siamo di fronte al caos: in quasi due anni di Orlando bis si sono succedute tre differenti organizzazioni degli uffici comunali e continui trasferimenti di dirigenti, personale e uffici che ha creato e continuerà a creare disfunzioni. Il nuovo corso di restaurazione approvato in Giunta sembra avere quale obiettivo di disorientare i dipendenti della macchina comunale e di minare l’autonomia gestionale dei dirigenti e funzionari comunali, ponendoli sotto il controllo politico degli assessori; inoltre vengono soppressi importanti settori, come quello delle società partecipate, che avevano fatto luce su una gestione poco trasparente e confusionaria delle società comunali”.