PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana è ritornata a riunirsi dopo due settimane di stop ha approvato la legge sui marina resort, oltre a dare il via libera a quasi tutti gli articoli del ddl sulla pesca mediterranea e l’economia del mare.
La prima legge è stata promossa dalla commissione Cultura dell’Ars e ha avuto come relatore Giovanni Bulla (Udc). I marina resort sono strutture attrezzate per l’attracco delle imbarcazioni da diporto che prevedono l’offerta di servizi accessori per chi sosta e pernotta in questi porti attrezzati. Oltre a riconoscere queste strutture turistiche, la legge fissa il procedimento amministrativo per l’apertura e le agevolazioni per chi ha una concessione del demanio marittimo utilizzato come marina resort. Le riduzioni, inoltre, saranno maggiori in tutta la fase di costruzione delle strutture turistiche e fin quando l’azienda non raggiunga un l’equilibrio fra investimento fatto e le entrate ricavate. E proprio in questa legge che si occupava di turismo e mare è stata inserita la norma per il rinvio delle elezioni nelle ex province siciliane.
“Finalmente – ha commentato il presidente della commissione Luca Sammartino (Pd) – abbiamo disciplinato le attività dei marina resort con una norma che servirà ad incentivare il turismo nautico agevolando le imprese del settore e aumentando anche i livelli occupazionali”. Grazie alla legge sarà possibile recuperare le marinerie, i porti turistici e si punta un aumento dell’indotto collegato al turismo. “Inoltre – ha spiegato Sammartino – le imprese avranno una riduzione dei canoni demaniali, verrà applicata l’IVA al 10% per chi usufruisce dei servizi, saranno previste esenzioni su mu e Tasi e verrà eliminata la tassa sugli imbullonati”. Anche Giusi Savarino (Db) , rivendicando la maternità del ddl, ha espresso soddisfazione per l’approvazione della legge. “È un nuovo modo di fare turismo dalle enormi potenzialità e che – ha detto – meritava una regolamentazione giuridica e misure economiche concrete per incentivare l’avvio del settore”.
Mancano gli ultimi passi invece per l’approvazione del ddl sulla pesca, elaborato dalla commissione Attività produttive guidata da Orazio Ragusa (Fi) e di cui è stato relatore Michele Catanzaro (Pd). L’assemblea ha infatti sospeso l’esame del ddl a causa della necessità di verificare l’esistenza delle coperture su un emendamento presentato dal governo che istituirebbe un fondo di solidarietà per la pesca, i pescatori vittime del mare, e le aziende colpite dagli effetti del maltempo. L’esame del ddl è proceduto però spedito grazie a un accordo di tutte le forze politiche sul testo e dell’apprezzamento bipartisan. L’unico punto di discussione è stato l’articolo che ha introdotto delle limitazione della pesca dei ricci di mare.
Molti interventi hanno parlato di una riforma che si attendeva da decenni e d’altronde il ddl interviene su numerosi aspetti dell’attività ittica. Con la legge la Regione si propone di “tutelare l’identità e la specificità della pesca mediterranea”, di “modernizzare, innovare e valorizzare le attività degli imprenditori ittici” ad esempio favorendo la vendita diretta, la pesca turistica e il turismo ittico (con la possibilità di aprire ristoranti sulle imbarcazioni) e di “sostenere le relazioni e la operazione trasnsfrontaliera mediterranea”. Un intero capo della riforma è dedicato alla pesca ricreativa.
Nella testo normativo, infine, c’è molta attenzione alle tradizioni culturali e ai borghi marinari la cui identità dovrebbe essere raccolta in un apposito registro. Sono previste norme per la tutela delle feluche dello Stretto di Messina, la valorizzazione delle rotte del tonno rosso e la protezione degli ecosistemi marini dei golfi di Castellammare, Patti e Catania. Ok dall’Ars, per ultimo e tra l’apprezzamento di tutte le forza in parlamento, alla norma che ha istituito l’Osservatorio della Pesca del Mediterraneo intestato a Giovanni Tumbiolo, scomparso improvvisamente nel giugno dell’anno scorso.