“Il commissariamento del partito siciliano non è politico. La commissione di garanzia si è pronunciata esclusivamente sulla procedura che ha portato alla proclamazione di Davide Faraone segretario che è risultata palesemente viziata. Il commissario non ha nessun mandato politico per l’alleanza con i grillini o con qualsiasi altro soggetto politico. Le conclusioni della Direzione nazionale sono state chiare. Le scelte politiche locali saranno prese dai siciliani con un congresso da fare al più presto”. Lo scrive in una nota il responsabile organizzazione Pd Stefano Vaccari, ribattendo a quanto sostenuto da Davide Faraone, e cioè che è stato “fatto fuori” dalla segreteria Pd siciliana perché diceva no alla collaborazione in Regione con il Movimento 5 Stelle.
L’affermazione di Faraone, su Twitter, era stata rilanciata da Matteo Renzi e da altri parlamentari Dem tra cui Maria Elena Boschi.
A Vaccari ha risposto Antonio Rubino, ex vicesegretario regionale del Pd siciliano: “Il monito del responsabile dell’organizzazione appare confuso perché, pur di attaccare ancora Davide Faraone e i non allineati all’area Zingaretti, non si è accorto che a volere il dialogo con i grillini è il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo e gli altri zingarettiani siculi. Da domani – conclude Rubino, con una provocazione – invieremo a Zingaretti la rassegna stampa quotidiana così potrà farsi un’idea di cosa fanno i suoi uomini in Sicilia”.