PALERMO – Prima di morire la vittima, un anziano di 89 anni, aveva fatto in tempo a descrivere l’uomo che lo aveva massacrato a botte per strappargli via sessanta euro e alcuni oggetti in oro. Ora quell’uomo, Maurizio Talluto, è stato condannato a 30 anni di carcere dal giudice per l’udienza preliminare Annalisa Tesoriere.
Sarebbe stato lui a uccidere Giovan Battista Riccobono durante una violenta rapina. Il 25 agosto del 2017, alle cinque di pomeriggio, un uomo bussa alla porta di casa dell’anziano in largo Campofiorito,a Borgo Nuovo. Chiede un bicchiere d’acqua. Quando fa irruzione in casa ha il volto coperto.
Riccobono capisce di non avere scampo. Forse tenta una reazione. Scoppia il finimondo. La vittima viene presa a calci e pugni. Quando intervengono i carabinieri, avvertiti dal figlio, trovano l’anziano in camera da letto. Tutte le stanze sono state messe a soqquadro. Tracce si sangue ovunque.
Nonostante le percosse e lo choc, l’anziano descrive alcuni particolari fisici dell’aggressore. Riccobono morirà il 14 settembre all’ospedale Villa Sofia. Talluto fornisce un alibi. La giornata al mare, il tragitto in autobus, la sigaretta fumata al bancone insieme alla compagna: secondo l’accusa, altro non erano che menzogne di Talluto, 54 anni, pregiudicato per rapina, nel tentativo nascondere le sue responsabilità. I suoi legali faranno appello. Sono certi di potere dimostrare la sua innocenza.