L'assassino al pub, la confessione e i dubbi degli investigatori

L’omicidio al pub, la confessione e i dubbi: la verità in un video

Maranzano racconta una dinamica che le immagini non confermerebbero

PALERMO – L’assassino del pub confessa, ma non convince del tutto. Gaetano Maranzano racconta una dinamica che il video in mano agli investigatori non confermerebbe. E resta aperta anche la questione del movente dell’omicidio di Paolo Taormina. Dal racconto di Maranzano emergerebbe una situazione estemporanea. Nulla, però, può essere escluso, nemmeno che si sia trattato di un agguato.

La lite e gli schiaffi

I pubblici ministeri Maurizio Bonaccorso e Ornella Di Rienzo hanno raccolto la confessione alla caserma Carini, sede del Comando provinciale dei carabinieri di Palermo. L’assassino racconta che stava bevendo con gli amici ai tavolini del pub “O Scruscio” in via Spinuzza. Qualcuno del suo gruppo, non lui, prende a schiaffi un altro ragazzo. Paolo Taormina, che lavora nel locale dei genitori, esce e urla “basta con questa confusione”.

Il rimprovero ai ragazzi dello Zen

Rimprovera i ragazzi dello Zen. Si rivolge a Maranzano alzando la voce. Ed è ora che l’assassino lo avrebbe riconosciuto. Racconta che circa tre mesi fa Taormina avrebbe inviato dei messaggi social offensivi alla sua compagna. L’umiliazione e la collera per il rimprovero ricevuto avrebbero fatto scattare l’istinto omicida.

Maranzano avrebbe preso la pistola e fatto fuoco alla tempia da distanza ravvicinata. L’arma usata, così racconta l’indagato, sarebbe la calibro 9 che è stata sequestrata a casa al momento dell’arresto. La scena è stata filmata da una telecamera. Si vedono la lite e gli schiaffi di cui parla Maranzano, ma le immagini non confermerebbero, a cominciare dalla tempistica, la sua ricostruzione.

La lite sarebbe preceduta dalle risate dei protagonisti. Taormina potrebbe non avere avuto il tempo di rimproverare e discutere con Maranzano. Infine si vede l’assassino appoggiare un oggetto alla nuca della vittima.

Maranzano ha sparato con una calibro 9?

È la calibro 9 che gli è stata sequestrata? Saranno l’autopsia e una Tac a stabilire se il proiettile sia rimasto conficcato nel cranio del ventunenne, visto che non c’è foro di uscita. La sensazione è che la calibro 9, appoggiata alla nuca, avrebbe avuto un impatto maggiore.

Maranzano in caserma racconta i dettagli, salvo trincerarsi dietro la facoltà di non rispondere quando gli viene chiesto dove ha recuperato la pistola (“Vado in giro armato perché Palermo è pericolosa“, ha detto) e il nome degli amici con cui è andato al pub. Su alcuni di loro si concentrano le indagini dei carabinieri che ieri hanno eseguito una serie di perquisizioni.

Si indaga sulla lite social. Maranzano sostiene di avere cancellato ogni traccia dei messaggi. Qualcosa in più si potrebbe scoprire dall’analisi del cellulare della vittima.


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