PALERMO – Il quartiere attendeva con trepidazione il ritorno di Gaetano Scotto. La sua scarcerazione, avvenuta nel gennaio 2016, fu celebrata nel migliore dei modi.
Scotto e la fidanzata salirono a bordo del peschereccio che trasportava la statua di sant’Antonio da Padova, patrono della borgata marinara dell’Arenella. Era il più forte dei segnali di rispetto per il boss, da poco scagionato dall’accusa di avere partecipato alla strage di via D’Amelio. Scotto nella notte è finito di nuovo in carcere con l’accusa di avere ripreso in mano le redini della famiglia mafiosa. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dei sostituti Amelia Luise e Laura Siani.
Nel corso di una conversazione con la fidanzata, intercettata dagli agenti della Dia, Scotto le spiegava per fare passare il Santo “aspettavano lui”.
Ed è sempre dialogando con la donna che le confidava di essere benvoluto nel quartiere: “…tutti sono contenti perché io vengo nel giusto…”. Secondo gli investigatori della Dia, si riferiva al pizzo che i commercianti della zona pagavano volentieri anche perché Scotto lo avrebbe imposto senza alcuna intimidazione. Consideravano il pagamento della tassa di Cosa Nostra come un atto dovuto per l’autorevolezza del boss.