“Purtroppo l’obiettivo di arrivare al 60% di occupazione femminile entro il 2010, in base alla cosiddetta carta di Lisbona, difficilmente verra’ raggiunto. Colpa dei governi nazionali e di quelli regionali che in questi anni hanno fatto parecchi errori”. Lo ha detto Maurizio Bernava, segretario regionale della Cisl, oggi a Palermo in apertura della tavola rotonda dal titolo “Donne in Sicilia tra crisi e opportunita’”.
“Bisogna incentivare – ha aggiunto Bernava – le categorie deboli di lavoratori e in particolare quella delle donne, ma anche aumentare i livelli di prevenzione e controllo contro le forme di sfruttamento e il lavoro nero. Le donne da sempre si sono contraddistinte per una gestione virtuosa delle imprese. Un comportamento che tanto serve, in questo momento di crisi, alla nostra economia”.
Parola d’ordine, dunque, e’ maggiore sostegno all’imprenditoria femminile. La pensa cosi’ Daniele De Luca, responsabile coordinamento Cisl donne: “Serve rilanciare l’occupazione femminile facendo delle nuove proposte. Sulla falsa riga del modello adottato in Francia, si potrebbe investire sulle donne per innescare un processo moltiplicatore. Le donne che lavorano infatti ‘chiedono’ servizi e cio’ genera nuova occupazione”.
Secondo Patrizia Di Dio, coordinatrice del Terziario Donna di Confcommercio Sicilia, “alle aziende gia’ presenti nel territorio, soprattutto quelle femminili, va garantito un maggiore accesso al credito e un sostegno nella fase di start-up. Confcommercio – ha sottolineato Di Dio – sta seguendo questa strada attraverso l’incubatore rosa, attivato lo scorso mese”. Poi ha aggiunto: “Negli ultimi quattro anni le imprese ‘rosa’ sono cresciute del 9%, mentre quelle maschili del 5,7%; con un +2,7% nel terziario.
Inoltre al Sud e alle Isole nel 2008 le aziende femminili rappresentano il 31,2% di quelle nazionali. Un patrimonio che va preservato”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giada Platania, funzionario di Confindustria Sicilia, che auspica provvedimenti anti-crisi e una gestione oculata dei fondi europei. “Andiamo incontro ad un periodo in cui le donne verranno penalizzate, perche’ – ha detto – sono i soggetti piu’ deboli. Tuttavia ci sono esempi positivi di imprese gestite da donne, anche in Sicilia, dove una impresa su quattro è ‘rosa’”.