“Il presidente della Regione ha il diritto di nominare chi vuole. Ma, queste scelte, diventano opinabili quando si basano più su criteri di appartenenza politica che su reali motivazioni curricolari”. Lo afferma il senatore Salvatore Cuffaro a proposito della polemica sui compensi ai dirigenti regionali esterni nominati dal presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo.
“Se poi a questo si aggiunge il fatto che, nel goffo tentativo di giustificarsi, si lancia in giudizi quanto meno avventati sui dirigenti esclusi parlando di ‘antichi privilegi e fruttuose rendite di posizione’ non posso fare a meno di invitarlo a riflettere meglio su quanto afferma. Vorrei ricordargli – prosegue Cuffaro – che fra i dirigenti, che lui ha escluso, solo per dare un posticino ai coordinatori del suo partito, figura il meglio della dirigenza regionale. E non si tratta di un giudizio di parte ma della realtà dei fatti confermati dalla stima dei tanti siciliani che con loro in questi anni si sono rapportati e dal fatto che alcuni di essi, dopo l’esclusione, sono stati chiamati a ricoprire ruoli di primissimo piano a livello nazionale”.
“Mi corre inoltre l’obbligo di ricordare al presidente Lombardo – prosegue Cuffaro – che il Parlamento regionale votò, con il contributo determinate dell’Mpa, una legge che metteva un tetto massimo ai compensi dei dirigenti regionali. Una legge che io non condividevo, ma che da governatore ho dovuto applicare. Non riesco a comprendere come ora Lombardo possa pensare di aggirare un dettato normativo tramite una delibera di giunta. Forse avrebbe fatto meglio ad informarsi prima di operare, magari chiedendo consiglio a qualche dirigente competente”.