Signore e signori, gentile pubblico siciliano assiepato sugli spalti, a destra del ring, Totò Cuffaro, detto “Vasa Vasa Secondo” (il Primo Vasa Vasa – avverte un lettore che ringraziamo – fu un onorevole di Siculiana), per la sua infaticabile capacità di baciatore delle guance del prossimo. Se calcoliamo due guance per ogni elettore, si capisce che il carico affettuoso-salivare deve essere pesante da reggere. A sinistra, Raffaele Lombardo, detto “Abbiamo fatto il militare insieme?”. Così – riferiscono cinici e forse non disinteressati detrattori – il presidente catanese, con le fattezze un po’ austroungariche, apostroferebbe i malaccorti cercatori di confidenza. Lombardo non bacia. Stringe la mano. E la stringe, anche, con un certo molliccio riserbo. Insomma, una siderale distanza caratteriale e non solo politica. Quasi per ribadirla, Totò Cuffaro ha dettato alle agenzie: “Io avevo aperto le porte del Palazzo (maiuscolo) alla gente semplice (minuscola), quella che vive di stenti e di onesto lavoro e che nessuno considera. Con grande sacrificio personale trovavo il tempo per offrire a tutti una parola e un po’ di coraggio, dando la speranza che le istituzioni sono per la gente e non contro. Lombardo – secondo Cuffaro – concede appuntamento solo a quelli che incontrano gli interessi del suo partito ed ha schierato Palazzo d’Orleans contro tutta la gente comune, nello stile di Kim il Sung il grande”. Il popolo contro il palazzo, in questa analisi partigiana e aspra, ovviamente non aliena alla polemica politica in corso. “Vasa Vasa” contro “Abbiamo fatto”, etc, etc… Chi andrà al tappeto? Forse si potrebbe tentare, per il futuro, l’elezione di un presidente di mediazione, senza spargimenti di sangue. Un incrocio tra Lombardo e Cuffaro. Un Lo Faro o un Cumbardo. Uno che “vasa” con la guancia destra, mentre la guancia sinistra si deforma in un’espressione di molliccio riserbo.
Ps. L’altra guancia non ha fatto il militare.