Prove tecniche di pace nel Pd dopo il caso Gela. Il neo sindaco Angelo Fasulo oggi è stato a Palermo e c’è stata l’occasione per un incontro con Lillo Speziale, suo avversario al ballottaggio nel derby in casa Pd per la poltrona di primo cittadino. Si apre un dialogo per una collaborazione? “Il dialogo non si è mai chuso. Io e Fasulo ci siamo sempre parlati e confrontati, anche in campagna elettorale, senza mai esasperare i toni. Erano altri, semmai, a farlo, ma fra di noi, il confronto è sempre stato franco e aperto”, dice Speziale. La sua lista, “Democratici per Gela”, ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi. E gli otto consiglieri comunali eletti in quella lista sono fondamentali per la creazione di una maggioranza stabile in consiglio, per la quale, senza gli uomini di Speziale, i numeri non ci sono. “Di certo c’è una priorità, la città va governata”, dice Speziale, che lascia intendere così una disponibilità alla collaborazione. A chiudere il caso lavora anche il partito, dopo le polemiche e gli scambi di accuse delle campagne elettorali. Il segretario regionale Giuseppe Lupo è al lavoro anche sul dossier Gela. Dove si è consumata una prima frattura nel binomio Antonello Cracolici (vicino a Speziale)-Beppe Lumia (che invece sosteneva Fasulo, per la sua vicinanza a Rosario Crocetta).
Nell’area Cracolici si registra un certo movimento. Con lo spostamento sempre più marcato nell’orbita di Enrico Letta di due ex Ds fino a non molto tempo fa vicinissimi al capogruppo all’Ars, ossia Pino Apprendi e Davide Faraone. La linea del capogruppo all’Ars nelle ultime settimane è stata chiara: il governo regionale di Lombardo è inadeguato a governare, serve un nuovo governo, magari di tecnici, per affrontare le emergenze e uscire dalla paralisi. Ma l’ipotesi di un rimpasto in giunta si allontana sempre di più. Ieri sono stati gli stessi esponenti dell’area
“Innovazioni”, quella che più ha spinto per un accordo con Lombardo, a frenare bruscamente. Francantonio Genovese e Nino Papania hanno bocciato l’idea di un rimpasto, sconfessando in qualche modo gli incontri e le trattative che, almeno secondo le ricostruzioni di stampa, hanno visto protagonista l’ex ministro Salvatore Cardinale, esponente di punta della corrente. Ma qualcosa, dentro Innovazioni, s’è rotto. Lo avevano suggerito già nei giorni scorsi le prese di posizioni prudenti di Elio Galvagno, esponente ennese della corrente. Lo si era subodorato anche in occasione della riunione del gruppo in cui, come aveva riportato livesicilia, nessun esponente di Innovazioni aveva rivendicato in qualche modo l’attività “diplomatica” di Cardinale.
In questo contesto, le strade dei democratici e quelle di Lombardo dopo il feeling dei mesi scorsi sembrano allontanarsi. Tanto che il governatore, per mantenere in vita il suo governo con i voti necessari all’Ars, potrebbe riavvicinarsi all’Udc (visto che di pace in casa Pdl per ora non si parla più, dopo i risultati delle amministrative che hanno posto Gianfranco Miccichè nuovamente in una posizione di forza verso i lealisti). I segnali non sono mancati in questi giorni, ma i centristi di Saverio Romano non sarebbero disponibili a intese senza prima fissare la data delle prossime elezioni. E da quest’orecchio, Raffaele Lombardo non sembra sentirci un granchè.