PATERNO’ – Il gruppo consiliare del Pd nasce tra le polemiche. Il simbolo dem assente nelle schede elettorali spunta magicamente in consiglio comunale. Così nasce il gruppo che raccoglie tre adesioni: Filippo Sambataro, Barbara Conigliello e Luigi Gulisano, consiglieri eletti tra le fila della lista civica “Presenti Sempre” a sostegno di Nino Naso. Una vicenda curiosa in sé e ancor di più alla luce del travaglio dei mesi scorsi che il partito ha vissuto in quel di Paternò.
Ma andiamo con ordine. Le lacerazioni interne al partito si presentano puntuali come un orologio svizzero a poche settimane dalle elezioni comunali. Il Pd non sostiene l’uscente Mauro Mangano. L’ex sindaco si ricandida senza simbolo e senza il sostegno dei suoi. Il circolo non si pronuncia sulla riconferma di Mangano, come prevede lo statuto, e il segretario Sambataro si autosospende per correre con una lista civica a sostegno di Nino Naso. Altri pezzi dei dem, legati al deputato regionale Luca Sammartino, corrono con la lista Paternò 2.0 a sostegno del candidato Anthony Distefano.
Una diaspora. I big dem in occasione delle comunali si trovano così su sponde diverse anche a Paternò: il deputato Giuseppe Berretta a sostegno di Mangano, Luca Sammartino e il duo Raia-Villari con Distefano, Anthony Barbagallo con Naso. Il partito paternese nel frattempo è affidato pro tempore al responsabile provinciale organizzazione Francesco Laudani fino al coupe de théâtre di questi giorni. Il simbolo arriva direttamente in consiglio comunale accompagnato da una raffica di polemiche anche perché tiene fuori nei fatti i rappresentanti di Paternò 2.0 eletti in consiglio. Il segretario Enzo Napoli mette le mani avanti: “Una forzatura che smentisce il percorso civico delle elezioni comunali”. Ma, visti i tempi stretti delle regionali, tutto è rimandato alla fase congressuale che, tra gli altri, dovrebbe sciogliere anche questo nodo.
