CATANIA – Tanti occhielli, tanti bottoni. Dovrebbe essere così anche in politica, in quella che si definisce territoriale. Quanto sta accadendo in casa Pd a Catania sembrerebbe confutare questo detto popolare. Almeno questa è la preoccupazione di Sonia Messina, membro dell’assemblea regionale dei democratici ed ex responsabile delle periferie per il partito. E’ lei a segnalare un via vai inconsueto, sabato scorso, dal circolo di Librino – la cui porta si apre proprio accanto a un Patronato. Tutti lì per tesserarsi al Partito democratico.
“Un via vai che mi ha fatto subito pensare: ma davvero ci sono tutti questi simpatizzanti a Librino? – afferma la Messina che precisa subito dopo: “Sia chiaro. Sono contenta che il Partito riscuota tutte queste simpatie e che vi siano così tanti nuovi iscritti. Ma, per il bene del Pd, bisogna capire chi prende la tessera e perché lo fa. Siamo sicuri che insieme agli uomini e alle donne entreranno nel partito anche idee e progetti?”.
Una domanda che la Messina fa procedere direttamente da quanto scritto da Matteo Renzi sul fatto che bisogna lasciare da parte i litigi e pensare ai contenuti, alle idee, alle proposte. “Certo – prosegue l’esponente politica – l’aver bloccato il tesseramento non è piacevole, ma evidentemente, qualcosa ancora non funziona e le divisioni interne dettano ancora legge. Fa bene chi parla di spartizione feudale del potere. Proprio quello di cui non abbiamo bisogno”.
Nessun vantaggio, secondo la Messina, dall’attuale situazione che sembrerebbe mettere in evidenza l’immaturità, dal punto di vista territoriale, di una formazione divisa da anni, che lentamente rischia di perdere l’anima politica. “In questo caos emerge solo chi ha la forza dei numeri che, per carità, sono importanti, ma solo se corrispondenti a idee, a progettualità sul territorio. E qui a Librino – incalza – temo non vi siano tutti questi simpatizzanti del Pd e che l’ingresso generalizzato possa non portare beneficio al partito. Mi chiedo dove fossero tutti questi esponenti democratici e renziani a dicembre, in occasione del Referendum che proprio qui, a Librino, ha bocciato la proposta del Governo. Non mi pare che in quel caso ci sia stata la corsa a sostenere Renzi”.
Una “novità” dovuta anche alle nuove aree della compagine democratica, gli ex Articolo 4, ormai, parte integrante del Pd. “Non vorrei – prosegue la Messina – che questi ingressi stravolgano non solo il partito, ma il lavoro di chi si impegna sul territorio e si occupa di periferie, sulle quali vuole puntare anche Renzi. Non credo che un aumento dei tesserati porti vantaggio alla periferia. Poi, la vicinanza con il patronato potrebbe ingenerare confusione sulle motivazioni che spingono a prendere la tessera di un partito”.
Dove pare manchi ancora un progetto, almeno a livello catanese. “Le mie preoccupazioni – evidenzia ancora – sono legate al fatto che occorre il reale radicamento sul territorio. In caso contrario, quello che potrebbe imporsi è il vecchio metodo di reclutamento. Quello tanto contestato proprio dal Pd. Insomma, ingressi sì, ma che non siano solo “utili” alla fase congressuale. “Il congresso convocato in questo momento serve a stabilire, poco prima degli appuntamenti elettorali, chi sarà a detenere il simbolo del partito. E le tessere sono la dote”.
Intanto il presidente della sesta circoscrizione, Lorenzo Leone, titolare del patronato, interviene sulla vicinanza della struttura al circolo Pd. “Il circolo è ai civici 11 e 12 e il mio patronato al 13. Prima ce n’era un altro: si è liberata la bottega e l’ho presa io”.