CATANIA – Anche Catania è stata raggiunta dai Pesci Scorpione, bellissimi quanto pericolosi pesci proveniente dai mari tropicali e giunti in Mediterraneo attraverso il Canale di Suez. I primi esemplari di pesci scorpione ad essere stati rinvenuti in mediterraneo sono stati pescati, accidentalmente, dalle reti di alcuni pescatori turchi. Dopo questi primi “avvistamenti” le segnalazioni della presenza di questo nuovo inquilino del Mediterraneo sono continuate sempre più frequenti con avvistamento a Cipro, Rodi, Creta e più recentemente lungo le coste della Tunisia e in alcune pescherie della costa sud orientale della Sicilia.
Il pesce scorpione, che tra i subacquei è conosciuto anche col nome di pesce leone, è un predatore molto attivo e la sua presenza spesso causa una sensibile diminuzione di esemplari di piccoli pesci che esso, letteralmente, aspira con la propria bocca per nutrirsene.
La notizia è subito stata rilanciata dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) che ha allertato gli enti preposti circa la pericolosità dei pesci di questa specie che potrebbero essere, potenzialmente, letali per l’uomo. Ciò perché i lunghi raggi delle pinne dorsali e pettorali dei pesci scorpione contengono alla base delle piccole ghiandole velenose i cui secreti possono essere inoculati nelle carni del malcapitato che dovesse pungersi manipolando gli esemplari di lionfish presi nelle reti o con la lenza.
Da diversi studi scientifici redatti da università americane e australiane è emerso “che la tossicità di questi pesci non è così letale. Infatti, i suoi aculei, raramente, risultano letali per il malcapitato che dovesse esserne punto, mentre la maggior parte delle volte sono certamente in grado di causare forti eritemi, che in molti casi portano alla necrosi dei tessuti circostanti quando non dovessero essere prontamente e adeguatamente medicati”.
Nel caso ci si trovasse ad esser punti dalle spine di questi pesci è necessario rivolgersi al personale medico specializzato. Un primo consiglio – che è inserito tra le regole dei subacquei – è quello di poggiare immediatamente sulla parte ferita un oggetto molto caldo. La tossina prodotta dal pesce scorpione è termolabile e viene degradata alle alte temperature risultando in questo modo “poco” tossica. Naturalmente il tutto è sempre molto soggettivo e bisogna in ogni caso rivolgersi al personale medico che tratterà l’eventuale ferita nei modi opportuni.
In merito a questa nuova problematica legata alla presenza dei lionfish abbiamo chiesto ad Alfio Micalizzi, Presidente della Federazione Armatori Siciliani, un suo parere in qualità di esperto del settore. Micalizzi ci ha dichiarato, senza mezzi termini che l’Associazione da lui presieduta “condanna fermamente la commercializzazione di queste nuove specie ittiche” che stanno facendo la propria comparsa sui banchi delle pescherie locali e, ha aggiunto, “il nostro codice di autoregolamentazione è molto severo nei confronti di chi dovesse contravvenire alle linee di principio che ci siamo imposti prevedendo pure di elevare sanzioni molto pesanti verso chi dovesse contravvenire alle nostre linee guida”.
Ma nel mondo c’è chi non la pensa come i nostri armatori e, addirittura, immagina di poter sfruttare la presenza di questa specie, che ha alti tassi di capacità riproduttiva, per fini commerciali. I pesce scorpione sono, recentemente, state inclusi dal “Sea Food Watch” nella lista dei prodotti ittici di “prima scelta”. Di ciò, a quanto pare, sono bene informati i cubani e i loro turisti che gustano le prelibatezze culinarie di quell’isola caraibica dove il consumo di pesce scorpione è in costante ascesa oramai da alcuni anni.