CATANIA – ”Rivoluzione silente, in nome del popolo italiano, tutti dentro”. E’ questo il titolo del volume di Antonio de Lieto Vollaro che, qualche giorno fa, è stato il protagonista di un incontro che si è svolto al Palazzo Platamone di Catania. L’autore ha deciso di dire la sua sul sistema criminale e la mafia. “Avendo, oramai, attraversato oltre mezzo secolo di storia moderna e avendo vissuto quasi in prima persona vicende per molti versi drammatici, sia da un punto di vista sociale che per le tragiche vicende umane che li hanno caratterizzati – racconta De Lieto Vollaro – ho sentito dentro di me emergere prepotente e irrefrenabile l’obbligo di dire la mia sul sistema criminale che si è intessuto nella società in cui viviamo e che è difficile, ma non impossibile, da eradicare”.
Nel libro vengono ricordati i tanti, troppi, morti di mafia uccisi perché dediti al proprio dovere: poliziotti, giornalisti, magistrati, imprenditori. Questo volume però non è un semplice ricordo del loro operato. “Non ho voluto, solo, commemorare la morte dei tanti eroi vittime della mafia nell’adempimento del proprio loro dovere; – racconta l’autore – i quali, pur consapevoli del rischio che correvano, non hanno mai scelto la via comoda del sottrarsi al proprio dovere ma, anzi, lo hanno sempre affrontato a testa alta esponendosi loro per offrire almeno a noi, popolo italiano, una stabilità sociale e di sicurezza; una sfida per l’epoca e per gli eventi contingenti, forse vana. Nel mio libro ho voluto andare oltre. Ho avuto l’idea di inventarmi un terzo pool antimafia che, sopravvissuto alle stragi di Capaci e di via D’Amelio, continua il lavoro iniziato da Falcone e Borsellino”.
La criminalità organizzata per De Lieto non è solo un fenomeno italiano. “La mafia è un fenomeno oramai globale. È in questo contesto – spiega – che il mio “terzo pool antimafia” raccoglie l’eredità lasciata dai due grandi magistrati palermitani e ne porta avanti lo spirito e il lavoro. Il tutto con metodi più raffinati che, pur tutelando la sicurezza di magistrati, testimoni e prove, prevedono metodiche investigative moderne e sofisticate per smantellare la rete di mafiosi e politici collusi sia del nostro paese che di altre nazioni; per riconsegnare l’Italia al popolo sovrano ed al potere decisionale di chi deve rappresentarlo”.
Nel volume si fa spesso riferimento a casi di cronaca poco chiari, talvolta insoluti. Dal giallo legato a Enrico Mattei a quello del giornalista Di Mauro. “Ho voluto narrare fatti realmente accaduti e ricostruire indagini che hanno colpito fortemente l’opinione pubblica, – chiarisce ancora – come l’attentato in cui morì l’Ing. Enrico Mattei, all’epoca presidente dell’ENI, o lo misteriosa sparizione del giornalista Di Mauro, che all’epoca indagava sullo IOR (Istituto per le Opere Religiose, ndr), la banca vaticana che non essendo soggetta ai vincoli dell’antiriciclaggio rappresentava il mezzo ideale per effettuare transazioni malavitose senza alcun controllo da parte delle autorità italiane”.
In alcune pagine del libro traspare un velo di sarcasmo. “La speranza mia e di tanti altri, che la pensano come me, – spiega l’autore – è quella che un bel giorno i nostri figli e i nostri nipoti possano, con la forza dell’amore e dell’ironia, sconfiggere quella che qualcuno ha definito “una montagna di merda”. Certo questa speranza non deve farci dimenticare le recentissime vicende che sono emerse nei mesi scorsi a proposito della sporca storia di “Roma Capitale” e dei nuovi “4 Re di Roma” che per anni si sono spartiti, illecitamente, profitti da capogiro”.
Nell’opera non mancano la suspense e i colpi di scena. “Beh – conclude – Antonio de Lieto – non posso certo raccontarvi tutto. Il resto lo lascio ai lettori affinché si godano una buona lettura e un buon divertimento”.