MASCALI. Se il comune non avesse istituito il registro delle unioni civili sarebbero volate fino in Scozia per coronare il loro sogno d’amore. Laura Testa e Rosalba Caruso, 33 e 44 anni, si sono unite invece in “matrimonio” lo scorso giugno al Castello Ursino, luogo simbolo di Catania, davanti a genitori, familiari e amici. “Siamo state tra le promotrici del registro delle unioni civili a Catania – racconta Rosalba, insegnante per bambini disabili – Laura ci teneva al matrimonio ed io sono molto cattolica. Siamo andate da un prete a farci benedire le fedine, un prete molto aperto. E la nonna gli ha chiesto se quello che stavamo facendo fosse una cosa normale. E lui ha risposto: “Quando si ama, il Signore non vede cattiverie. Le vede quando ci sono violenze”.
“E’ stato un motivo di grande orgoglio – dice Laura – aver contribuito all’istituzione del registro delle unioni civili ed essere state anche la prima coppia gay a sposarsi”. Ma anche una grande emozione per entrambe. “Prima del matrimonio non ho dormito per 5 giorni – confessa Rosalba – Avevo l’ansia che qualche bigotto omofobico potesse venire a fare qualche stupidaggine”. Laura, invece, non ha chiuso occhio il giorno prima delle nozze. “Dopo 4 anni che dormivamo insieme – racconta – la notte prima del matrimonio abbiamo dormito separate. Non sono riuscita a prendere sonno”.
A sposarle il primo cittadino di Catania Enzo Bianco. “Il sindaco ha fatto un discorso bellissimo per il nostro matrimonio – prosegue ancora Laura – Parole semplici e comprensibili a tutti. Lo ringraziamo di cuore”.
La data, l’11 giugno, non è stata causale. E’ ancora Rosalba, un vulcano, a spiegare il significato. “Ci siamo conosciute nel 2008 ma all’inizio non è scattato nulla – racconta Rosalba – Laura poi ha iniziato a corteggiarmi ed io giocavo con lei. Avevo sempre avuto storie serie con uomini e non volevo dare un dispiacere a mio padre. Così dopo un po’ l’ho lasciata – prosegue – Ma quando ho visto che lei ha sofferto, ho deciso di provarci. E da lì, dall’11 giugno del 2010, è iniziato tutto. Per questo ci siamo sposate quel giorno”.
Laura, un passato importante nella moda a Milano ed oggi responsabile di un agriturismo, ha raggiunto già adolescente la propria consapevolezza sessuale. “Il mio coming out è stato ad 11 anni – racconta – Sono nata così, non ho mai guardato un uomo”. Un percorso che comunque non è stato facile. “All’inizio non l’ho vissuta bene perché vedevo le mie compagne – prosegue – Poi per tre anni mi sono fidanzata con un ragazzo gay. Entrambi nascondevamo quello che eravamo, per l’occhio sociale. Poi a 14 anni ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che dovevamo porre fine a questa cosa. E mi sono detta che dovevo fregarmene della gente e che dovevo pensare solo alla mia felicità”.
E poi il difficile rapporto con la madre. “Non lo ha mai accettato e non lo accetterà mai – dice Laura – Anche se adesso va meglio. Mia mamma si metteva d’accordo con i miei zii per farmi prendere gli appuntamenti con gli uomini e mi ha anche portata dalla psicologa”. Anche per il padre di Rosalba è stato difficile accettare la relazione della figlia. “Mio padre, che ha comunque 79 anni ed è tradizionalista, non l’ha presa bene – racconta Rosalba – Per lui è stata una vergogna. Poi le mie nipoti gli hanno parlato e gli hanno detto “Se lei è felice nonno, cosa ti importa di quello che dicono le persone?”. Per fortuna ho avuto una famiglia intelligente cha ha cercato di ammorbidire mio padre. Anche io ho parlato con lui a lungo, cercando di fargli capire”.
Tutti però alla fine hanno voluto essere presenti alle nozze. “Suo padre e mia madre – prosegue Rosalba – sono persone tranquille. Lo hanno accettato. Ma alla fine anche mio padre e sua madre, pur non accettandolo, sono venuti al matrimonio. I genitori ci hanno anche comprato le fedi”. “Non lo accetteranno mai – dice Laura – ma per amore hanno partecipato”.
Resta ancora tanto da fare a livello culturale anche in una città come Catania, definita gay friendly. “Basandomi sulla mia esperienza – racconta Rosalba – ho visto che il 40% dei miei colleghi sono aperti. Gli altri, pur non essendo del tutto bigotti, hanno ancora delle remore”.
“Il problema è anche il maschilismo – spiega Laura – Purtroppo Catania è piena di maschilisti. Non è solo un discorso generazionale. Io dico sempre alle persone che sono come noi di non nascondersi perché non si sta facendo del male a nessuno. Quelli che si devono vergognare sono i violenti, i pedofili, chi uccide”.
Da 4 anni Laura e Rosalba vivono insieme in una casa immersa nel verde a Nunziata, frazione collinare di Mascali. Con loro quattro cani e due gatti. Una vita semplice, attorniata dagli amici. E qualche scaramuccia ogni tanto, come tutte le coppie. “Lei mi fa arrabbiare quando mi dice che sono un maschio – racconta Laura – Io ho atteggiamenti maschili, ma sono una donna”.
Un contrasto che ha folgorato Rosalba. “Proprio questo mi ha fatto innamorare di lei – spiega – Il carattere forte e deciso, ma nello stesso tempo la capacità di mostrare sentimenti e fragilità”.
E’ ancora presto per pensare ai figli, ma è un argomento di cui si parla già. “Non ti nascondo – dice Rosalba – che mi piacerebbe avere un figlio. Ma per il momento abbiamo già fatto un passo molto importante. L’idea c’è, ma in futuro non adesso. Se avremo un figlio, nascerà e vivrà nella verità. Sarà una persona libera e vera. L’importante è che sia felice”.