CATANIA – Ilaria Mura non si è presentata al processo per l’omicidio di Mariella Cimò per un impedimento personale. L’interrogatorio alla giornalista di Quarto Grado dunque slitterà di qualche udienza. Solo uno dei testi citati dall’avvocato Giuseppe Rapisarda, difensore di Salvatore Di Grazia, è stato ascoltato. L’avvocato civilista Mazzaglia non ha nascosto che i coniugi lo avevano contattato in quanto c’era la volontà di adire una separazione “simulata” dei conti per evitare di poter essere colpiti dal fisco. Una divisione consensuale che avrebbe portato ad una sorta di “pignoramento” di un quinto delle disponibilità da parte di Mariella Cimò. Una sorta di protezione dagli accertamenti da parte delle autorità.
Mazzaglia ha anche riferito da aver appreso da Salvatore Di Grazia che i beni del padre erano stati venduti alla moglie, Mariella Cimò, per volonta dello stesso genitore per evitare che potessero essere rivendicati come eredità dalla sorella, che fa la suora. La paura è che il patrimonio potesse finire nelle mani del convento e per questo era stata fatta la vendita in favore della Cimò. Fatti che comunque – ha affermato il civilista – ha saputo tramite Di Grazia.
Il processo è stato rinviato dalla Corte d’Assise al prossimo 19 giugno. Salvatore Di Grazia è accusato dal pm Angelo Busacca dell’omicidio della moglie scomparsa nel 2010 e di soppressione di cadavere.