CATANIA – Scattano i pignoramenti delle proprietà del Comune di Catania per coprire un debito enorme, che rasenta, con interessi e spese, i 4 milioni di euro. Lo stadio Massimino, un conto corrente alle Poste, il palazzo dell’ex Pretura di via Crispi e quote di società partecipate – Asec Spa; Amt Spa; Società degli Interporti Siciliani Spa; Sidra Spa; Catania Multiservizi Spa; Sostare srl: per tutti è scattata la richiesta di sequestro da parte della ditta Europea 92 Spa, per coprire l’importo dovuto dal Comune, ritenuto colpevole, secondo il Tribunale etneo, di non aver consentito alla società in questione di portare avanti un lavoro appaltato nel 1999 per la realizzazione dell’asse viario di San Giovanni Galermo. Lavori appaltati per un importo di 4.881.313,68 euro, diventato nel 2001 di 5.124.386,88 euro.
Come riportato dal Quotidiano di Sicilia, c’è infatti una sentenza di primo grado, la n. 1850/2012 pubblicata in data 28.5.2012, con la quale il Tribunale di Catania accoglie parzialmente quanto richiesto dalla ditta Europea 92 Spa – subentrata nel frattempo alla vincitrice dell’appalto, la Cooperativa Costruttori – e condanna il Comune di Catania al pagamento di 2.733.972,20 euro, oltre interessi e spese legali, in relazione alle riserve che la Europea 92 Spa aveva iscritto relativamente all’esecuzione dei lavori “di urbanizzazione nel piano di zona di San Giovanni Galermo”, con committente appunto il Comune di Catania. Un credito il cui importo complessivo, comprensivo di interessi e spese legali relative anche ai pignoramenti che negli anni sono stati eseguiti ammonta a 3.381.186,26 euro.
Una vicenda che pesa come un magigno sulle casse del Comune e sull’attuale amministrazione, guidata da Enzo Bianco, e sull’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando, cui spetta il compito, oggi, di risolvere una situazione delicata e ingarbugliata, passata attraverso tre differenti governi della città, i cui rappresentanti non sono riusciti a scioglierla prima, evitando o, quanto meno tamponando, il danno per l’ente. L’appalto viene assegnato con Bianco sindaco, nel 99. Nel 2001 l’importo cresce: il sindaco è Umberto Scapagnini.
E’ ancora lui a guidare il Comune nel 2007, quando scatta il giudizio. L’iter giudiziario va avanti, fino al 2011– sindaco Raffaele Stancanelli – e si trascina fino al 2012, anno della sentenza emessa dal Tribunale. Nonostante la notifica della sentenza del giugno 2012, però, il debito non è stato iscritto in bilancio dall’amministrazione Stancanelli – non rientrando dunque nel Piano di riequilibrio finanziario dell’Ente, approvato dalla Corte dei Conti nel 2013. Da qui, la richiesta da parte della ditta, che si è rivolta alla Procura della Corte dei Conti, di accertare le eventuali responsabilità.
Il Comune di Catania ha proposto appello avverso la sentenza chiedendo al giudice la nomina di un Ctu che potesse nuovamente valutare le riserve iscritte dalla Europea 92 Spa e la decisione assunta dal giudice con la formulazione della sentenza. Il giudice dell’Appello sembra avere rigettato entrambe le domande del Comune di Catania, anche se la vicenda non ha ancora trovato una composizione, data la richiesta, da parte di Palazzo degli Elefanti, di trovare una mediazione.
“L’esistenza di questa posizione è stata segnalata con la prima relazione semestrale, non appena ne siamo venuti a conoscenza – afferma Girlando. Relativamente alla posizione di Europa 92, ci sono state delle riunioni in ordine a una definizione della vicenda, e purtroppo ci sono alcuni elementi ostativi: prima di tutto, si tratta di una sentenza di primo grado che è stata appellata; inoltre, la società in questione non svolge attività e quindi non abbiamo la sicurezza, in caso di pagamento in via provvisoria, che le somme anticipate, di fronte a una sentenza favorevole al Comune, possano essere restituite. Noi troveremo una definizione della controversia – conclude – ma, in questo momento, ci sono alcuni ostacoli che la stanno condizionando”.