CATANIA – Sono saliti sul tetto a protestare i lavoratori precari del teatro Massimo Bellini. Un gesto eclatante con la speranza che qualcosa si muova. Perchè dietro il mancato rinnovo del loro contratto ci sarebbero motivi burocratici e politici. Sono 28 persone tra autisti, addetti al controllo di sicurezza dei macchinari, falegnami, pittori, caldaisti, archivisti, sarti, usceri. che vivono una condizione di precariato da circa 20 anni.
“Siamo stanchi di aspettare – tuona Antonio Santonocito, il segretario regionale Snalv ConfSal – una soluzione che non arriva. Dov’è il sindaco Enzo Bianco quando si tratta di difendere non solo i lavoratori e le loro famiglie, ma anche un patrimonio culturale e artistico di immenso valore qual è il teatro Massimo Bellini?”
La protesta ormai dura da mesi, i lavoratori hanno occupato per giorni anche il teatro SanGiorgi sperando in una soluzione. Ma nulla. Il cavillo burocratico è uno: il Cda deve chiedere alla Regione Siciliana una deroga alla legge che impedisce nuove assunzioni a causa delle ristrettezze economiche.
Il segretario generale Snalv-ConfSal punta il dito contro la sovrintendente Rita Cinquegrani: “Ha sempre rinviato il tutto senza trovare ad oggi una soluzione tanto che la richiesta di deroga non è ancora stata inviata”, E poi l’amarezza: “Non si può parlare solo di calcio in questa città, c’è anche molto altro che può e deve essere valorizzato sia in termini di strutture che di professionalità”.
La protesta sul magnifico tetto del Bellini serve dunque a sbloccare la richiesta da parte del Cda e soprattutto sensibilizzare la Regione affinchè la conceda. Una situazione assai complicata quella delle casse del teatro: un’assurda vicenda che ha delle responsabilità politiche ben precise, e questi errori, però, non possono pagarle sempre i lavoratori.