CATANIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, costantemente impegnati nel contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale, hanno concluso un’altra complessa attività investigativa con il sequestro di oltre 3.200 paia di scarpe contraffatte rinvenute in un deposito clandestino di Catania e la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 2 cittadini di origine cinese.
Nell’ambito dell’operazione “Falso a km 0”, eseguita di recente sempre nei pressi di Corso Sicilia e conclusa con il sequestro di un laboratorio clandestino per la falsificazione di scarpe e capi di abbigliamento, sono state sviluppate le indagini per risalire la filiera del falso e, in particolar modo, i canali di rifornimento dei venditori abusivi del capoluogo etneo.
Infatti, le attività investigative, condotte dai finanzieri del Gruppo di Catania, hanno consentito di individuare, in via Cilea del capoluogo etneo, a ridosso di Corso Sicilia, un deposito clandestino di merce contraffatta, gestito da due cittadini sinici, all’interno del quale sono state rinvenute oltre 3.200 paia di scarpe di note griffes, ancora imballate in oltre 250 contenitori di cartone recanti sugli stessi indicazioni in lingua cinese.
Il monitoraggio era in corso già da alcuni giorni: quando i militari hanno osservato la fine delle operazioni di trasferimento dei colli da un furgone in sosta al deposito, hanno fatto accesso nel locale sorprendendo i due responsabili intenti nella sistemazione delle calzature.
Dal controllo analitico della merce, le scarpe recavano i noti marchi “Nike”, “Adidas” e “Hogan” ed erano del tutto simili, finanche nelle confezioni, a quelli originali e di buona fattura. La commercializzazione e la successiva vendita dei prodotti sequestrati, pronti per essere immessi sul mercato del falso catanese e, in particolar modo, destinati ai venditori ambulanti e agli abusivi di Corso Sicilia, avrebbe consentito ai responsabili di realizzare ricavi stimati per 160.000 euro.
L’operazione “Falso a Km zero” assume maggiore rilevanza perché mira a colpire il fenomeno dell’abusivismo e della contraffazione a monte della filiera del falso, soprattutto cercando di recidere i canali di approvvigionamento dei venditori abusivi operanti nel capoluogo etneo sia di corso Sicilia sia del mercato di piazza Carlo Alberto.