MASCALI. E adesso anche la Procura Regionale della Corte dei Conti vuole vederci chiaro. Dopo le inchieste penali della Dda e della Procura di Catania, la magistratura contabile ha aperto un’istruttoria per verificare presunte irregolarità nel conferimento di una serie di incarichi esterni al comune di Mascali. Sotto esame la giunta guidata dal sindaco Filippo Monforte tra il 2008 ed il marzo del 2013, quando l’ente è stato sciolto per infiltrazioni mafiose.
A far partire le indagini, nel novembre del 2010, un esposto anonimo inviato alla Procura regionale della Corte dei Conti, in cui vengono denunciate presunte irregolarità nella gestione del personale. Secondo i pm contabili sarebbero stati istituiti, pur non essendo previsti dal Regolamento comunale, nuovi settori poi affidati ad esterni. Incarichi di posizione organizzativa per i quali non sarebbero state compiute le necessarie verifiche sull’esistenza di figure professionali interne, con conseguente danno erariale. In alcuni casi, si legge nel provvedimento che porta la firma del vice procuratore generale Salvatore Chiazzese, “l’accettazione dell’incarico avveniva con la firma dell’interessato sulla copia del provvedimento di nomina”, senza stipula di contratti o disciplinari d’incarico.
Alcuni esperti, sempre secondo la Procura della Corte dei Conti, sarebbero stati nominati pur essendo privi dei requisiti e nonostante non vi fosse la necessità. Incarichi conferiti senza far riferimento, proseguono i magistrati contabili, ai limiti di spesa e senza la pubblicazione sull’albo pretorio on line del comune. Risulterebbe, inoltre, superato, per quel che riguarda l’assunzione di esterni, il limite fissato dalla legge del 10% delle figure professionali esistenti. Gli stessi incarichi, poi, sarebbero stati prorogati senza che ve ne fosse l’esigenza.
Secondo i pm, “le modifiche apportate negli anni all’assetto organizzativo e le nomine di esperti esterni non sempre sono state determinate da effettive e concrete esigenze del Comune, al contrario – si legge ancora nel provvedimento – spesso sono state il risultato di illecite scelte strategiche”. Per la Procura della Corte dei Conti l’ex sindaco Filippo Monforte e gli ex componenti della giunta Agostino Mondello, Agatino Fresta, Gaetana Finocchiaro, Alfio Musumeci, Rosario Tropea, Virginia Silvestro, Giuseppe Barbarino, Cateno Saturnino e Lucia D’Aquino, avvicendatisi dal 2008 al 2012, avrebbero tenuto una condotta gravemente colposa. Il danno erariale ammonterebbe a 172.913,84, la somma complessiva pagata per gli incarichi. Adesso i presunti responsabili avranno trenta giorni di tempo, a partire dalla notifica dell’atto, per presentare memorie difensive e per chiedere di essere ascoltati. Subito dopo la Procura siciliana della Corte dei Conti avrà ulteriori 120 giorni di tempo per emettere l’atto di citazione o, in alternativa, il decreto di archiviazione.
LA REPLICA. L’ex assessore Cateno Saturnino, attraverso il legale Antonino Lattuca, respinge ogni contestazione mossa dalla Procura regionale della Corte dei Conti. Nella deduzione difensiva trasmessa a Palermo si sottolinea come l’ex membro della giunta Monforte non abbia mai di fatto preso parte all’approvazione delle deliberazioni finite sotto i riflettori della magistratura contabile. Sugli incarichi conferiti ad personam da Monforte, poi, l’ex assessore professa la sua totale estraneità poiché si tratterebbe di scelte discrezionali operate dal sindaco. Ma aldilà della posizione di Saturnino, l’avvocato Lattuca, che difende anche l’ex primo cittadino e gli ex assessori Alfio Musumeci e Agatino Fresta, nelle deduzioni difensive sottolinea come tutti gli atti deliberativi siano stati approvati con la partecipazione attiva del Segretario generale e previo parere favorevole del responsabile del settore Affari Generali. Quegli atti, sempre secondo la difesa, avevano l’obiettivo di soddisfare effettive e concrete esigenze dell’ente. Le spese sostenute quindi non sarebbero state dannose ma utili. Per il legale, inoltre, le deliberazioni sarebbero state adottate in buona fede e soprattutto non sarebbero viziate, come sottolinea invece la magistratura contabile, da irragionevolezza. Contestati altri rilievi della Procura. Secondo quanto scritto nella memoria difensiva tutti gli atti sarebbero stati regolarmente pubblicati sul sito web del Comune e, soprattutto, gli incarichi non avrebbero mai superato il contestato limite del 10% delle figure analoghe esistenti. In sostanza, secondo la difesa, non sarebbero emersi elevati gradi di imprudenza né di colpa grave. Per questo l’avvocato Lattuca ha chiesto l’archiviazione dell’istruttoria per insussistenza di colpa grave o del dolo.