Con il concerto di Bourelly |parte "1 euro sospeso" - Live Sicilia

Con il concerto di Bourelly |parte “1 euro sospeso”

Il 17 gennaio a Catania per il CJS il tributo al genio nero del rock da parte del trio del chitarrista di Chicago ma con radici haitiane nel sangue. Anche allo Sheraton la manifestazione di protesta “1 euro sospeso” contro i tagli regionali alla musica

 

il circuito jazzistico siciliano
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CATANIA – Jimi Hendrix è stato da sempre un faro per Jean-Paul Bourelly, il vulcanico chitarrista e compositore, nato a Chicago nel 1960 da genitori haitiani, grande virtuoso eppure sensibile musicista: dopo aver studiato piano e batteria, a 14 anni scoprì il genio nero di Seattle e lì capì che la sua vita sarebbe stata dedicata alla chitarra.

Il Circuito Jazzistico Siciliano – la rete culturale che vede insieme l’associazione Catania Jazz di Catania, titolare dell’omonima stagione, l’associazione Musiche di Palermo, titolare con l’associazione Nomos del cartellone Nomos Jazz, l’associazione Musicarte di Caltanissetta, titolare del cartellone Nissa Jazz, e la cooperativa Arte E A Capo di Milazzo titolare del cartellone Milazzo Jazz – ospita il tour siciliano del progetto Kiss The Sky – Omaggio a Jimi Hendrix che vede Bourelly affiancato dal batterista Kenny Martin e dal bassista Darryl Taylor. Dopo Palermo e Caltanissetta, Jean-Paul Bourelly e Kiss The Sky saranno venerdì 17 gennaio al Catania Sheraton Hotel per Catania Jazz; e sabato 18 gennaio al Teatro Trifiletti di Milazzo per Milazzo Jazz.

A partire da questo tour e fino alla fine delle 4 stagioni, le associazioni del Circuito mettono in atto la manifestazione di protesta chiamata “1 euro sospeso” contro i tagli operati dalla Regione Siciliana ai contributi alle associazioni concertistiche siciliane.

Jean-Paul Bourelly. Bourelly ha coltivato negli anni l’amore per la musica di Hendrix tanto che nel 1995 dedicò un intero disco – “Tribute to Jimi” -, all’icona nera del rock. Da qualche anno, con il trio Kiss the Sky Bourelly prende elementi della musica di Hendrix e li “traghetta” verso la musica di oggi: Kiss The Sky è un progetto che utilizza la musica di Jimi Hendrix come una rampa di lancio verso nuovi climi acustici. Nella sua lunga carriera Jean-Paul Bourelly – uno che vanta collaborazioni di rango da Miles Davis a Cassandra Wilson – esprime tali e profonde radici nel funk e nel blues che sa, come nessun altro, suonare la chitarra come uno strumento percussivo con le corde. Con Kiss of The Sky – con lui il batterista Kenny Martin e il bassista Darryl Taylor – il trio sviluppa costantemente nuove riflessioni sulle loro reinterpretazioni musicali; i tre prendono brani come “Purple Haze”, “Who Knows” o “Machine Gun” e li rielaborano «attraverso una gamma di arrangiamenti che vanno dalle sonorità acide all’ambient», come afferma lo stesso Bourelly. Musicista innovativo, Jean-Paul Bourelly ha cercato nelle sue varie band, collaborazioni e registrazioni di sperimentare, sempre e comunque, un’esperienza musicale nuova e attuale. Gli altri membri della band sono anche ottimi musicisti: Kenny Martin è il batterista del Citizen X e dei Defunkt. Il bassista Darryl Taylor ha lavorato con numerosi gruppi di musica soul come la band di Jabo Starks, il batterista di James Brown. Jean-Paul Bourelly: «C’è una profonda connessione tra il funk e nuovi territori musicali di oggi, che Hendrix avrebbe apprezzato. Noi stiamo tentando di coprire quel territorio. Ho sempre sentito che la chitarra non fosse solo uno strumento rock’n’roll ma un canale nel quale io potessi cogliere tutte le sfumature delle esperienze della mia vita. “Kiss the Sky” prende brani di Jimi Hendrix e li rielabora con una serie di fraseggi presi in prestito da diverse forme di musica ritmica per generare un groove organico. Noi ci misuriamo continuamente con nuovi modi di esprimere le nostre particolari direzioni musicali ricontestualizzandole, stavolta, prendendo in prestito brani familiari e canzoni del più alto funk rock».

Trasferitosi a New York nel 1979, Bourelly vanta live al fianco di Muhal Richard Abrams, Roy Haynes, McCoy Tyner, e Elvin Jones, ed anche una piccola apparizione nel film di Francis Ford Coppola “The Cotton Club”. Alla fine degli Anni 80 ha cominciato la carriera solista, a partire dal disco “Jungle Cowboy” del 1987. Un anno dopo, ebbe la grande opportunità di suonare in una delle ultime registrazioni di Miles Davis, “Amandla” uscito nel 1989. Bourelly fu coinvolto anche nella Black Rock Coalition (fondata da Vernon Reid dei Living Colour), mentre continuava a suonare con tanti musicisti, tra i quali Buddy Miles, già batterista di Hendrix, Robin Trower, Jack Bruce, e Terry Bozzio. Come produttore ha lavorato con la band tedesca di jazz rock Matalex, e con Cassandra Wilson: per quest’ultima ha suonato in vari dischi. Tra le sue collaborazioni anche quella con Marc Ribot, David Torn, Elliott Sharp.

Vent’anni fa si è trasferito a Berlino dove ha formato, dopo aver incontrato il poeta e cantante e griot Abdourahmane Diop, l’ensemble di musica africana Boom Bop. Nella città tedesca ha formato i Gypsy’s Reloaded, una tribute band di Hendrix, e nel 2004 ha curato il Congo Square for the Diaspora project all’interno del progetto Black Atlantic. Le sue composizioni sono diventate sempre più transculturali e pescano da molte fonti della diaspora africana e della musica contemporanea. Tra gli ultimi progetti, infatti, ha diretto lo scorso dicembre a Berlino la Spontaneous Youth Arkestra un progetto riservato a 12 giovani musicisti di colore, o migranti essi stessi o nati da genitori migranti.

 1 euro “sospeso”. A partire dai concerti di Bourelly il Circuito Jazzistico Siciliano e le associazioni che ne fanno parte, metteranno all’ingresso dei teatri un salvadanaio di terracotta e chiederanno agli spettatori, sino alla fine delle 4 stagioni, di mettere dentro 1 euro “sospeso” come segno di protesta e come atto di simbolica solidarietà con le associazioni jazzistiche del Circuito a seguito del pesantissimo attacco ricevuto dalla politica culturale di questo governo regionale e del suo Assessore (leggi il piano di finanziamenti alle associazioni concertistiche contenuto nella ex tabella H). «Perché diciamo che è sospeso – spiegano i responsabili delle 4 associazioni Maurilio Prestia (ass. Musiche Pa), Pasquale Tornatore (Musicarte Cl), Pompeo Benincasa (Catania Jazz) e Tindara Maimone (coop. Arte E A Capo Milazzo) -: perché come nella tradizione solidaristica napoletana il caffè, pagato da un generoso avventore al suo sconosciuto e sfortunato avventore, viene comunque consumato. Ecco, noi chiediamo al pubblico che ha già pagato o pagherà il biglietto d’ingresso per i nostri concerti, di “sospendere” 1 euro in nostro favore perché siamo noi gli sfortunati avventori: noi organizzatori di rassegne e di festival jazz da 30 anni, noi del circuito jazzistico che sommandoci facciamo circa 80 anni di rassegne e festival, con migliaia di concerti in tutta la Sicilia, centinaia di migliaia di spettatori, siamo stati ridotti a dover decidere della nostra chiusura definitiva da un governo regionale che ha manifestato sinora il suo disprezzo verso tutte le attività culturali dell’Isola. La situazione di crisi economica addotta per giustificare i tagli radicali alle miserabili risorse già destinate a teatro, musica e danza, non trova alcun riscontro in nessun’altra regione meridionale né nelle politiche nazionali. La politica del governo Crocetta è in controtendenza su questo punto con le politiche del Ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray, che ha aggiunto risorse a quelle già esistenti e che ha anche creato le condizioni per nuovi investimenti nel settore. Mentre in Sicilia ci sono stati solo tagli a un settore che era tra i più poveri del bilancio regionale. Nell’anno di maggiore sforzo per le associazioni del Circuito, il 2013, solo Catania Jazz viene finanziata ma con un importo risibile, che definire vergognoso è già poco. Invitiamo intanto il nostro pubblico, tutti gli amanti del jazz e della musica di qualità, a far sentire la propria voce. Una società dove chiudono le sale cinematografiche, i teatri e dove sarà sempre più difficile ascoltare la musica è indegna di appartenere a un Paese civile ed europeo».

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