CATANIA – Si chiama Serena, ha 16 anni e frequenta il liceo scientifico. E’ lei una delle “italiane” citate nel discorso di fine anno dal presidente della Repubblica Napolitano che ha deciso di dipingere la situazione italiana attraverso le parole di giovani e meno giovani, cercando di dare qualche risposta a un Paese in crisi non solo dal punto di vista economico. Serena scrive da un piccolo centro del catanese: “Noi giovani non siamo solo il futuro, ma siamo soprattutto il presente”. Ma manca il lavoro e la povertà è in aumento. “Voi adulti e politici parlate spesso dei giovani – continua la ragazza – e troppo poco con i giovani”.
Insieme a quella della catanese, il Presidente ha letto altre sei missive, prima di ringraziare ed esprimere fiduci per il futuro. “Non potendo sempre rispondere personalmente – ha detto Napolitano – traggo da ogni racconto, denuncia o appello che mi giunge, stimoli per prospettare – nei limiti dei miei poteri e delle mie possibilità – i forti cambiamenti necessari nella politica, nelle istituzioni, nei rapporti sociali. Ne traggo anche la convinzione che ci siano grandi riserve di volontà costruttiva e di coraggio su cui contare. Il coraggio degli italiani è in questo momento l’ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l’Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china”.
“Non ho scritto niente di piu’ di quello che noi giovani viviamo e sentiamo ogni giorno: il disagio per una crisi occupazionale e lavorativa che avvertiamo nostra e, nello stesso tempo, la fiducia nell’Italia, nella nostra terra, nei valori che ci hanno insegnato in famiglia” – afferma lei stessa all’Ansa che l’ha contattata telefonicamente. La giovane si dice “ancora sorpresa e commossa per l’inattesa citazione” da parte del Capo dello Stato ed esprime “fiducia in lui”. “Ha dato voce – spiega – alle persone semplici, quelle che non hanno potere, pensavo cestinassero la mia lettera e invece mi ha riposto, citato ed era commosso anche lui”. Serena “presa dai preparativi del Capodanno” non era davanti alla Tv, ed e’ stata avvisata dai familiari di quanto stava accadendo. “Ero incredula – rivela – e quando ho visto la registrazione sono rimasta senza parole”. A spingerla a scrivere e’ stato il volere manifestare “il disagio che noi giovani sentiamo fortemente per la crisi economica ed occupazionale che viviamo”. “Non e’ solo una crisi delle classi adulte, dei nostri genitori – osserva la 16enne – ma e’ anche nostra perche’ abbiamo paura del futuro; molti amici piu’ grandi hanno difficolta’ a poter costituire una famiglia e parlando coi compagni avverto questo senso di preoccupazione”. Serena parla anche della “fiducia che i giovani hanno nell’Italia e nelle Istituzioni, nelle quali crediamo fortemente, e con le quali vogliamo un dialogo, perche’ puo’ nascere uno spiraglio di luce”. Serena rivela di aver scritto una lettera anche a Papa Francesco. “Noi giovani – dice – lo sentiamo vicino, accanto ai nostri problemi. Abbiamo bisogno di parlare, di essere ascoltati. Lo ripeto, i giovani non sono il futuro, bensi’ il presente”.