CATANIA – Vertenza Micron: Uil e Ugl fanno fronte comune. Mancano ancora i numeri ufficiali, ma il ridimensionamento della forza lavoro paventato nei mesi scorsi dall’azienda fa paura. Si temono soprattutto le ricadute a livello territoriale. Sulla scia di queste considerazioni Uglm e Uilm hanno deciso di portare avanti una lotta unitaria, suggellata da una riunione congiunta di direttivo e da una conferenza stampa per rilanciare delle proposte operative e chiedere “un tavolo tecnico” con i vertici del governo locale e regionale. La Micron, che conta 326 dipendenti nello stabilimento catanese, ha già ridimensionato l’organico a livello nazionale, passando da circa 3200 a 1100 unità, nonostante la crescita registrata a livello economico-finanziario.
Gli ulteriori tagli sarebbero per tanto giustificati da una strategia di espansione giocata sulle delocalizzazioni. Eppure il settore della microelettronica è un comparto strategico su cui l’Europa vuole potenziare, come dimostra l’intenzione di portare entro pochi anni l’Europa al 20 per cento della produzione mondiale nel campo della microelettronica. Una partita che deve vedere il coinvolgimento della politica. “Chiediamo al sindaco Bianco e al Presidente Crocetta di organizzare subito un tavolo territoriale sulla microelettronica per capire come rilanciare il settore”, dice Davide Boemi della Uilm.
L’idea centrale è quella di coinvolgere anche altre aziende che operano sul territorio, Stm in primis. La tempestività dell’azione è resa ancora più necessaria dal fatto che il 20 dicembre si terrà un Cda della Micron, probabilmente finalizzato a definire il piano di tagli da portare avanti. Al momento tutto tace, soprattutto l’azienda. “Non comunicano nulla”, dice Giuseppe Labriola (Uilm), che non nasconde i forti timori che serpeggiano tra i colleghi. Sono numerosi, infatti, i dipendenti che fanno formazione ai colleghi d’oltre oceano. Alla luce dei tagli paventati dall’azienda questo non fa ben sperare, anzi potrebbe essere un campanello d’allarme di cui tenere conto.