CATANIA – “Il raddoppio ferroviario, la linea veloce per connettere la città ai Comuni vicini, non solo va fatto, ma anche in fretta, perché è da qui che passa lo sviluppo di Catania e della Sicilia tutta”. Esce dal coro la voce di Tuccio d’Urso, direttore dell’Ufficio Speciale dal 2002 al 2008, per quanto riguarda il progetto della Rete ferroviaria italiana di raddoppio ferroviario Zurria -Bicocca, una sorta di metropolitana di superficie da Acireale fino a Fontanarossa, con le fermate in città, risalente al 2003 e già finanziato dal Cipe, contro cui si è scatenata la società civile e contro cui si è fermamente opposta anche l’amministrazione Stancanelli, che ha ribadito recentemente la propria contrarietà all’opera, considerata troppo invasiva.
“L’amministrazione ha assunto una posizione chiara sul progetto RFI il cui tracciato andrebbe a deturpare parte del centro storico e a compromettere un’ampia area a valenza archeologica – ha spiegato il primo cittadino in una nota nella quale si è anche appellato alla Regione e al presidente Crocetta, affinché non firmi l’accordo su cui Catania è contraria e anzi, sostenga al contrario la battaglia intrapresa dall’amministrazione perché si opti per un progetto alternativo. Una posizione, questa, spostata anche dalle associazioni culturali, ambientaliste e di categoria che si sono opposte in massa all’ipotesi di raddoppio ferroviario in centro città, sia perché deturperebbe una delle zone più pregiate di Catania – circa 270 treni al giorno passerebbero sugli archi della Marina su cui, per ovviare al problema dell’inquinamento acustico, la Rete Ferrovia Italiane ha previsto la realizzazione di un viadotto con una calotta di plexiglas alta più di 7 metri che nasconderebbe la vista – sia perché comporterebbe la demolizione di parte delle storiche mura di Carlo V, sia perché provocherebbe l’abbattimento di palazzi settecenteschi, oltre a passare sotto una parte della città di enorme valore culturale.
“La questione dell’aumento dell’inquinamento acustico è pretestuosa – spiega Tuccio D’Urso a LivesiciliaCatania: non ho infatti visto nessuno protestare per il forte rumore dovuto al traffico automobilistico di via Dusmet. Ma non è solo questione di rumore – prosegue – è questione di opportunità. A Bruxelles il traffico ferroviario corre a cielo aperto e nessuno si lamenta o pensa che la capitale del Belgio sia arretrata”. D’Urso non nega affatto che il progetto, così come approvato, sia invasivo per Catania, tanto è vero che l’Ufficio Speciale, inizialmente, ne aveva proposto uno che prevedeva il passaggio del treno sottoterra, di fronte la Vecchia Dogana; ma evidenzia come non realizzarlo sia maggiormente dannoso per la mobilità dei catanesi e dei siciliani.
“Avevamo proposto un’alternativa al progetto RFI – continua – ma le Ferrovie si opposero. In ogni caso – continua – l’opera del passante ferroviario è fondamentale per lo sviluppo non solo di Catania ma della Sicilia intera: passa da qui, infatti, il traffico ferroviario tra Messina e Trapani, tra Fontanarossa e Birgi. Se rimane binario unico – afferma ancora – la Sicilia resterà monca”. D’Urso considera valida l’alternativa proposta a Rfi dall’amministrazione Stancanelli, un progetto alternativo, inserito nel Prg che, con un costo ulteriore di circa 130 milioni di euro, a partire dalla stazione, può far continuare il percorso dei binari in galleria, sotto il livello dell’acqua, davanti al porto e alla Vecchia Dogana e realizzare una fermata vicina al Duomo e alla futura stazione marittima, ma i tempi sarebbero troppo lunghi. “Tutto si può fare – conclude D’Urso – ma l’importante è lavorare a progetti che abbiano un arco temporale tale da poterli vedere realizzati in tempi non secolari”.