CATANIA – Una domus romana, ed un muro bizantino – probabilmente la parte di un kastron – sono i tesori archeologici riportati alla luce all’interno del Monastero di San Benedetto. Un luogo caro ai catanesi ed a tutti i siciliani – visto che la Chiesa fa parte dei gioielli architettonici di via Crociferi inserita nella lista Unesco – e un luogo di preghiera perpetua per le monache benedettine del Ss.Sacramento, che vi abitano osservando la clausura costituzionale sotto la guida della Priora Giovanna Caracciolo.
La scoperta è avvenuta durante i lavori di realizzazione di un percorso museale all’interno del Monastero: il “Complesso Monumentale Monastero delle Benedettine” che sarà inaugurato a breve, atteso dai catanesi e dai turisti “dopo secoli di austera clausura, per varcare la soglia del convento”.
Per farlo conoscere è stata realizzata anche una pagina Facebook in cui si spiegano i beni architettonici ed artistici presenti fuori e dentro la magnifica Chiesa di San Benedetto, come gli affreschi di Giovanni Tuccari. Uno spazio di condivisione, dove sono raccontate anche le leggende che riguardano l’arco, e il celebre racconto del “cavallo senza testa”
Il futuro tour museale comprenderà una serie di visite guidate all’interno dell’edificio – naturalmente, sono esclusi i locali privati del monastero, che rimane di clausura – che comprenderanno la Scalinata degli Angeli (l’endoportico con otto splendide statue di marmo) ed il Parlatoio, cioè la sala in cui un tempo era possibile colloquiare brevemente con le monache, da dietro le grate.
I tesori nascosti dal tempo, invece, si trovano all’interno del futuro bookshop del Museo: “dentro la futura biglietteria – spiega a Live Sicilia Catania l’architetto Daniele Raneri, che ha curato il recupero del Castello di Calatabiano – sono stati rinvenuti i resti di una domus romana: è stato riportato alla luce un “peristilio” (cioè un cortile interno) con accanto un’antica dispensa completa di lavabo di pietra, dentro cui sono state trovate anfore, bacili di terracotta, oggetti in vetro policromo. Tutti oggetti custoditi dalla Sovrintendenza, in particolare grazie alla collaborazione di Maria Grazia Branciforti, che ha reso possibile anche lo scavo”.
E’ stato ritrovato anche un tratto murario antico: “potrebbe essere un angolo del “kastron” bizantino, oppure un angolo dell’antica chiesa bizantina di Santo Stefano che si trovava qui prima della costruzione del Monastero (1375). Per consentire ai visitatori di fruire al meglio di questi resti antichi, è stata realizzata una scala in acciaio e vetro, che porta al piano superiore collegato alla chiesa, dove sarà possibile ammirare anche paramenti sacri e statue di cera”.
La domus ed il muro antico sono una scoperta eccezionale per il panorama culturale siciliano e catanese: i resti bizantini in città, infatti, sono molto rari a causa delle numerose catastrofi sismiche e legate alla presenza dell’Etna.
La loro valorizzazione è ancora più importante, soprattutto dopo le recenti vicende sulla soppressione dei parchi archeologici: in questo caso i fondi del Museo per terminare i lavori sono tutti del Po Fesr 2007-2013. In via San Francesco il percorso museale sarà completato dal Macs (Museo Arte contemporanea Sicilia) con le opere del maestro ennese Gesualdo Prestipino.
La Chiesa di San Benedetto in questi giorni è protagonista di un altro restyling: sono in corso lavori di riassetto del portale principale, grazie al contributo del Fai.
La Chiesa è tutt’altro che negata al pubblico: la domenica si svolge la messa, ed è possibile ammirare gli stucchi ed i dipinti di pregio che essa custodisce. Le monache benedettine, in particolare, hanno anche un proprio sito web dove trovare informazioni storiche ed artistiche.