PALERMO – Il venti per cento di maggiorazione sulla tassa dei rifiuti. È quanto hanno pagato in più i cittadini dei comuni dove è stata applicata la Tia, la tassa sui rifiuti che ha sostituito la Tarsu. Infatti, alla Tia è stata applicata l’Iva, facendo così lievitare i costi per i cittadini.
La Corte di Cassazione ha stabilito nel 2009 che la Tia è un tributo e come tale non è soggetto ad Iva. Altroconsumo negli ultimi mesi ha lanciato sul suo sito una campagna per l’applicazione della sentenza e l’avvio delle pratiche per il rimborso ai cittadini di quanto non dovuto alle amministrazioni. Ma il rimborso, ancora, non è cosa certa. L’Associazione dei consumatori, infatti, sta raccogliendo le firme per ottenere l’abolizione dell’Iva e il rimborso di quanto pagato.
Il valore del rimborso dovuto sarà, secondo gli esperti di Altroconsumo, tra i settanta e centocinquanta euro, sulla base degli anni in cui si è pagata la tassa maggiorata di Iva. I comuni siciliani che hanno aderito all’applicazione di questa tassa sono diversi e sparsi su tutte le provincie:
Agrigento: Agrigento, Canicattì, Favara, Licata, Sciacca e Palma di Montechiaro.
Caltanissetta: San Cataldo, Caltanissetta, Niscemi e Gela.
Catania: Acireale, Adrano, Caltagirone, Catania, Misterbianco, Paternò, Mascalucia, Belpasso, Giarre, Gravina di Catania, Aci Catena, Biancavilla, San Giovanni la Punta, Tremestieri Etneo.
Trapani: Alcamo, Castelvetrano, Marsala, Mazzara del Vallo, Trapani ed Erice.
Enna: Piazza Armerina, Enna.
Messina: Barcellona Pozzo di Gotto, Messina, Milazzo.
Palermo: Bagheria, Carini, Monreale, Partinico, Misilmeri e Termine Imerese.
Ragusa: Modica, Ragusa, Scicli, Vittoria, Augusta, e Vittoria.
Siracusa: Augusta, Avola, Siracusa, Florida, Lentini, Noto, Pachino, Rosolini.