Gli impresari siciliani coinvolti nel settore dei concerti e degli spettacoli parlano a LiveSicilia dei problemi, dei ritardi e dei rinvii causati dallo stop da parte della Regione ad alcuni grandi eventi che avrebbero dovuto animare questa stagione estiva che ormai volge al termine.
L’assessore al Turismo, Daniele Tranchida, contemporaneamente dà finalmente una risposta chiarificatrice sulle cause di questi intoppi che hanno portato al “congelamento” degli spettacoli inseriti nel cartellone del “circuito del mito”, interamente finanziato dalla Regione con i fondi europei Po Fesr, manifestazioni itineranti per tutta la Sicilia che sono stati posticipati a “data da destinarsi”.
“Ma che senso ha far partire i festival o gli eventi in generale a settembre o ad ottobre quando la stagione estiva è finita, i palermitani tornano a lavoro e i turisti a casa loro?”. A porsi questo interrogativo è l’impresario Andrea Peria Giaconia della Terzo Millennio, società che si occupa di organizzare concerti e progetti artistici di vario genere. E’ la sua azienda, tra quelle ascoltate, ad essere la maggiormente penalizzata da questo stop da parte della Regione. Proprio Peria è l’organizzatore della rassegna “Porto d’Arte”, rassegna che ha visto posticipati quasi tutti i concerti finanziati dall’assessorato al Turismo, come quello di Noa, di Malika Ayane e di Gino Paoli: “Abbiamo comunque deciso – dichiara l’impresario – di finanziare di tasca nostra il concerto di Nina Zilli in calendario per il 26 agosto. Infatti, anche questo concerto sarebbe dovuto essere posticipato. Ma oggi ho deciso di aprire comunque le operazioni di prevendita. Lo faccio per la mia città e perché faccio con passione il mio lavoro”.
La Terzo Millennio, sempre in base alle parole del suo responsabile, subirà, seppur minine, le conseguenze di questo blocco: “Avevamo dieci spettacoli in calendario, soltanto tre dovranno essere ricollocati. In ogni caso io dovevo organizzare un festival in un periodo ben definito, agli altri impresari magari importa meno se il concerto o l’evento venga spostato a settembre o ad ottobre”.
E infatti alcuni impresari rimangono allineati e in attesa del sì della Regione, e non si scompongono davanti ai ritardi nella calendarizzazione degli eventi o nell’erogazione dei fondi europei. Un esempio è Fabio Lannino, organizzatore per la Sicilia del Womad, festival itinerante di musica arte e danza più noto al mondo ideato dal genio visionario del famoso cantante Peter Gabriel.
“Non siamo vittime di ritardi, siamo solo in paziente attesa – afferma Lannino – per quanto riguarda il Womad, poi, non c’è alcun problema. Si svolgerà probabilmente a dicembre. L’obiettivo è proprio quello di incentivare l’affluenza sull’Isola, ci rivolgiamo soprattutto ad un pubblico inglese e tedesco, in periodi meno caotici”.
Un’altra posizione meno critica nei confronti dell’assessorato giunge da Mario Grotte, altro impresario siciliano: “Io mi sono cautelato. Per questa estate organizzerò il concerto di Gigi D’Alessio che non usufruirà di nessun finanziamento pubblico. Anch’io ero stato contattato dalla Regione per organizzare alcuni concerti e spettacoli – afferma Grotte – ho presentato i progetti, ma non sono mai stato ricontattato. In ogni caso, dopo l’inchiesta sui grandi eventi, chi di competenza fa bene ad essere più cauto e a svolgere ricerche più approfondite prima di affidare dei soldi pubblici”.
Chi ha assunto la posizione più netta e critica nei confronti dell’assessorato e in generale della pubblica amministrazione è Nuccio La Ferlita, general manager della Musica e Suoni di Catania, proprio colui che ha subito meno di tutti questa situazione di stallo, in quanto il suo “Sicilia musica estate” verrà finanziato al 30% dalla Regione e gli altri concerti semplicemente spostati, ma non annullati. “C’è stata una vera e propria incapacità organizzativa – denuncia La Ferlita – come può un calendario rimanere fermo o scarno in una terra come la nostra, che vede l’apice dell’afflusso di turisti proprio in estate? I fondi comunitari che abbiamo a disposizione sono una grandissima risorsa non solo per il mio settore – continua l’impresario – il mancato utilizzo di questi soldi crea un danno all’intero sistema economico dell’Isola, che proprio grazie a quei finanziamenti potrebbe fornire una boccata d’ossigeno alla cultura, al territorio e a tutto l’indotto occupazionale che ne deriverebbe. Siamo davvero stanchi di essere presi in giro e molto spesso, per esempio nel mio campo, di rimetterci”.
In ogni caso, tutti gli impresari ascoltati rimandano ad un chiarimento o comunque ad una risposta dell’assessore al Turismo, Daniele Tranchida, il quale tiene a precisare definitivamente alcuni punti, rimandando al mittente o al governo nazionale ogni responsabilità.
“Le risposte andrebbero chieste a Roma – afferma Tranchida – al governo nazionale. Tengo a precisare subito che non è la Corte dei conti la responsabile del blocco delle iniziative. Piuttosto tale blocco è da attribuire totalmente al famoso patto di stabilità Stato-regioni. Infatti, se da un lato veniamo incalzati dall’Unione europea ad investire i fondi stanziati – precisa l’assessore al Turismo – dall’altro abbiamo lo Stato che ci impedisce di spenderli, o meglio, pone delle restrizioni sul 50 per cento dei fondi ricevuti”.
Proprio per questo la settimana prossima, Tranchida, insieme al vicepresidente Massimo Russo e all’assessore all’Economia Gaetano Armao, seguiranno un tavolo tecnico a Roma per cercare di ricalcolare i termini del patto di stabilità: “E’ necessario che la Sicilia abbia la possibilità di spendere i fondi comunitari. E’ ovvio che i fondi dovranno essere spesi in base alle priorità, come sanità e protezione civile. Ma è altrettanto importante per la nostra terra investire in quello che potrebbe essere il grande volano della nostra economia, ovvero il turismo. Spesso sono stato in contrasto con l’assessore Armao proprio perche’ non è più possibile avallare ancora questa politica economica restrittiva, che impedisce gli investimenti. E’ ormai evidente che, se non si investe, la conseguenza è la contrazione drammatica dell’occupazione e dei consumi”.