Nel centrosinistra palermitano nelle ultime settimane si registrano alcune novità. C’è un sicuro candidato alle primarie, il deputato regionale e consigliere comunale Davide Faraone. Che sinora è stato l’unico a metterci la faccia. Sul fronte dei partiti si è mossa concretamente soltanto Italia dei Valori. Il movimento civico palermitano, un cartello di dodici associazioni, il 17 settembre deciderà il da farsi. Nel frattempo sta prendendo vita la rete sociale di resistenza palermitana, una serie di sigle in genere vicine alla marginalità sociale ed economica. C’è da aggiungere un comunicato di Sinistra, Ecologia e Libertà. Mi pare sia tutto. Nel frattempo sono scesi in campo i maestri dei distinguo. Sì alle primarie, ma la cosa più importante è vincere le elezioni vere e proprie. Chissà se il problema è stato focalizzato alle regionali del 2008, quando si vollero evitare le primarie e si perse miseramente contro Lombardo, portando il centrosinistra siciliano, e ce ne vuole, ai minimi storici. Poi si dice che è troppo presto per porre candidature, perché non si sa quando si voterà. E’ strano, proprio questo è un conto semplice. Se la legislatura dura cinque anni e se si è votato nel maggio del 2007, ammesso che Cammarata resista sino alla fine, si voterà nel capoluogo esattamente nella primavera del 2012. Manca quindi poco più di un anno e mezzo dalle urne. Non pare affatto un tempo biblico, soprattutto se c’è da mettere in piedi un percorso come quello delle primarie. Il quale non si concluderà prima di una decina di mesi, per cui al prescelto, o alla prescelta, rimarranno dieci mesi scarsi per arrivare alle urne.
Se a livello nazionale tutto dovesse precipitare, lo spazio temporale sarebbe ancora più ristretto, quindi a maggior ragione i tempi non sono affatto prematuri. A meno che non si voglia arrivare a cinque minuti dalle elezioni belli nudi e crudi, in modo che si possa dire che bisogna fare in fretta e furia. Alla lista degli attendisti si possono annoverare gli appassionati del programma. Quello del programma che contenga più o meno i massimi sistemi è un sport molto diffuso nel centrosinistra. Ci si perdono nottate intere e discussioni infinite. Per carità, non è che si debba procedere al buio. Ma i candidati alle primarie e le loro squadre possono benissimo, in pochi mesi, sviluppando un dialogo con i partiti, le forze sociali, i movimenti e quanti vogliono esprimere interessi, stilare basi programmatiche, fatte di pochi e concreti punti da sottoporre al popolo dei gazebo. Un’altra categoria di sorprendenti frenatori sono i sostenitori delle primarie apertissime. Non si capisce bene, in realtà, cosa intendano, visto che appena qualcuno sottrae al gossip politico le proprie intenzioni e ufficializza una candidatura, si grida al personalismo. Perché prima ci vuole il programma e bisogna parlare con tutti, in primo luogo i partiti. Ma, così concepite, le primarie sembrano più chiuse e ingessate che mai.
Abbiamo anche un’obiezione tecnica, concernente il fatto che non si sa se si voterà con questa legge elettorale. Ora, a parte il fatto che non si capisce quando l’ARS debba trovare il tempo per modificarla, ci sfugge cosa c’entra questo argomento con l’individuazione di un candidato o di una candidata alla prima poltrona cittadina. Ci sarebbe pure una questione politica. Non si sa con chi organizzarle queste benedette primarie. Nel senso che se prima non si sistemano le cose a livello nazionale e regionale, non se ne parla. E’, questo, probabilmente è l’aspetto che bloccherà un po’ tutti. Infine ci sono le candidature del vorrei ma non so se farlo, quelli che attendono non si capisce cosa. Insomma, ci sono tutta una serie di problematiche, più o meno pretestuose, che potrebbero intralciare il percorso. Per sciogliere la matassa e velocizzare tutto, in realtà, si dovrebbero soltanto fissare due date. Quella di presentazione delle candidature alle primarie e la data di svolgimento delle stesse. Qualcuno è in grado di prendere in mano un calendario?