Via Felipe Melo, ecco Cristiano Zanetti, Marchionni e De Silvestri. La Fiorentina non è cambiata molto rispetto all’anno scorso. Un solo, vero sacrificio, ma di peso quello del brasiliano passato alla Juve. Un binario, quello Firenze-Torino, molto frequentato, visto che i viola schiereranno nel match col Palermo due giocatori provenienti dagli odiatissimi “gobbi”: Zanetti e Marchionni.
Pochi cambiamenti sostanziali anche nella disposizione tattica che l’anno scorso privilegiava tre centrocampisti centrali, due esterni d’attacco (Santana e Mutu) e la solita punta Gilardino. Quest’anno Prandelli ha rispolverato un suo vecchio schema: quel 4-2-3-1 che anche il suo “dirimpettaio” Zenga ha scelto per il Palermo nella prima di campionato.
Ma una delle certezze della squadra fiorentina non rientra nella combinazione numerica del modulo tattico. È quel “numero uno” tolto dalla formula perché scontato, ovvio. Nel caso di Frey, però, non c’è proprio nulla di scontato. Il portiere è un valore aggiunto, uno di quei fuoriclasse che regala sempre qualche punto alla sua squadra, alla fine della stagione.
La difesa, per bocca dello stesso direttore sportivo gigliato Corvino, è il reparto più debole. L’arrivo di De Silvestri certamente accresce il valore della retroguardia, soprattutto dal punto di vista della freschezza e della forza fisica. L’ex laziale, comunque, sarà in ballottaggio con Comotto. Ma i problemi per la linea arretrata viola sono soprattutto al centro, dove i dirigenti non riescono da qualche anno a piazzare un difensore all’altezza dell’ottimo Gamberini. In attesa che il mercato porti qualche novità, giocherà Dainelli, preferito a Kroldrup. Sulla sinistra, invece, rilancio in grande stile per Pasqual, che fino a qualche mese fa era ai margini del gruppo e sul mercato.
A centrocampo, nella prima giornata, è stato schierato Donadel al posto di Cristiano Zanetti, che potrebbe rientrare con i rosa, al fianco dell’eterna promessa Montolivo. Davanti a questa non proprio granitica diga, tre mezze punte: Marchionni (preferito a Santana) e Vargas sugli esterni, mentre Mutu, rispetto all’anno scorso quando giocava da seconda punta, si è spostato qualche metro alle spalle dell’unico attaccante, Alberto Gilardino. Per la verità nella prima sfida giocata dai viola contro il Bologna, nell’anticipo del sabato, a fare “il Mutu” è stato il talentuoso Jovetic. Un giovane che mira a rimpiazzare proprio il rumeno. Che, però, proprio in quella partita appena entrato ha segnato un gran gol. Rimettendo in ordine le gerarchie.
Punti di forza. Le estremità: il portiere e le punte
I punti di forza della squadra gigliata stanno alle estremità: il portiere e gli attaccanti. Sebastian Frey è un portiere da grande, grandissima squadra. Assurdamente ignorato dal tecnico francese Domenech, l’estremo difensore viola è una sicurezza, sia tra i pali che nelle uscite.
Dall’altra parte del campo, invece, c’è una delle coppie più forti del campionato italiano. Mutu-Gilardino è un binomio perfettamente assortito. Forte e col gol nel sangue il primo, talentuoso, imprevedibile, decisivo il secondo. Dalle loro prestazioni dipenderà il campionato della Fiorentina. Molto più che dall’esplosione di giovani come Jovetic e Kuzmanovic.
Una sorpresa e un altro punto di forza della squadra, quest’anno, potrebbe essere l’ex catanese Vargas. Schierato come esterno alto di centrocampo, ha dimostrato di poter essere molto più incisivo che non nel ruolo di terzino. È una variabile importante del gioco viola, e i suoi tiri da fuori e i suoi calci piazzati sono un’arma pericolosissima.
Certo, sarebbe riduttivo attribuire ai soli giocatori in campo i meriti dei risultati della squadra toscana. Un grande valore aggiunto della squadra, infatti, siede in panchina. Cesare Prandelli ormai da qualche anno porta i viola in zona Champions, facendo meglio, spesso di squadre più forti sulla carta (negli ultimi due anni Milan e Roma). Tecnico dai modi di fare pacati, ma decisi, perfettamente inserito nella filosofia della società dei Della Valle: giungere al vertice facendo un passo alla volta.
Punti deboli. L’addio di Melo e un centrale difensivo
L’impressione è Felipe Melo non sia ancora stato adeguatamente rimpiazzato. L’arrivo a centrocampo di Cristiano Zanetti ha sicuramente dato a una squadra giovane (specie nel reparto mediano), esperienza e personalità. Ma l’ha sicuramente privata di dinamismo e forza fisica. Il cambiamento tattico, poi, col passaggio dai tre centrali di centrocampo ai due davanti alla difesa, potrebbe creare scompensi a una squadra che si troverebbe una “diga” di centrocampo assai debole, vista la scarsa capacità di contenere e pressare di Riccardo Montolivo.
Altra tasto dolente nello schieramento fiorentino è il centrale di difesa da affiancare a Gamberini. Da qualche stagione, infatti, di fronte alla crescita dell’ex difensore del Bologna, non si è assistito all’acquisto di un compagno di reparto altrettanto affidabile. Dainelli e Kroldrup sono ottimi giocatori (così come il nuovo acquisto Natali), ma non in grado di far fare alla squadra quel salto di qualità necessario per competere con le più grandi. Non a caso Corvino si sta muovendo sul mercato a caccia di un sudamericano (Munoz o Miranda).
In vista del match contro il Palermo, poi, un’altra difficoltà per i viola può essere rappresentata dalla partita di ritorno del preliminare di Champions League contro lo Sporting Lisbona. Al di là della spinta al morale che potrebbe dare la qualificazione nella fase a gironi, infatti, la squadra potrebbe pagare (ed è successo spessissimo nella passata stagione) il doppio impegno ravvicinato sia dal punto di vista fisico che mentale.