Vendetta, tremenda vendetta - Live Sicilia

Vendetta, tremenda vendetta

sciarpalermoAll’andata…. zitti, zitti e Mutu e Mutu, la Fiorentina aveva  violato la Favorita con un colpo di basket e mentre mezza Italia si era indignata di cotal scorrettezza, l’altrà metà aveva assolto tale gesto, in quanto figlio di uno sport che ormai ammette tutto, truffe comprese.
Le sberle del derby avevano isolato i prodi mutandoni rosanero nell’esilio dorato di Coverciano e tutta la città s’interrogava su come sarebbe andata a finire anche questa disfida, che non emula quelle di Barletta, ma poco ci manca. L’antagonismo tra Zamparini, figlio di una terra genuina, e Della Valle, industriale con gli stivali delle sette leghe, presupponevano una gara al cianuro, ma onestamente Ballantine e compagni avevano altro a cui pensare, a cominciare dalle minacce di licenziamento in tronco che lo stesso presidente gli aveva sussurrato nelle orecchie. Insomma la vigilia era viola di rabbia più per il Palermo che per i padroni di casa, che ad ora di cavalleria e sportività sono come i quaranta ladroni di Alì Babà dinanzi al tesoro di famiglia.
Chi si aspettava alchimie tattiche e cambiamenti di formazione o di modulo, rimane deluso dalla lettura delle formazioni e gli unici cambi in corsa (si fa per dire, visto che domenica non aveva corso proprio nessuno) sono quelli annunciati dal giudice sportivo il martedì:  e cioè Nocerino per Migliaccio e Guana per Bresciano. Un caso a parte è il ritorno di Carrozzieri al centro della difesa, al posto di Kjaer (che comunque l’ha fatto ammonire durante la partita, tanto per riconquistare la maglia, domenica prossima). L’avvio delle ostilità è abbastanza frizzante e Cesare Bovo dimostra di essere ancora nella ottima forma di domenica scorsa così da consentire un paio di volte a Girardino di puntare minacciosamente Amelia. Pian paino però la squadra si scioglie e lo fa più velocemente della Fiorentina che, con il passare del tempo, invece si “squaglia” per poi pian piano scomparire dal campo. Mutu, Montolivo, Donadel, Gilardino… sembrano essere così scarsi da rivalutare i nostri “ mitici eroi “ del derby. Il primo tempo finisce e non è da buttare.
Speriamo bene. Si ricomincia e dallo spicchio di curva del Franchi, alcune centinaia di tifosi palermitani cantano: ” e dai Palermo facci un gol, facci un gol…” Simplicio impietosito da siffatta incessante ma cortese pretesa, trasforma in gol ciò che Miccoli in natura crea: il Palermo adesso è in vantaggio.
La Fiorentina sbanda come una Cinquecento con le ruote liscie sulla discesa di Montepellegrino e dopo un paio di testa coda, Miccoli conserva in cassa ciò che prima aveva in natura creato: limite dell’area, serpentina “da cobra” e gol da tre punti.  Adesso la partita è in freezer ed anche se il Palermo ci ha abituato a tutto e di peggio più, la giornata si preannuncia tranquilla anche per Amelia che ogni tanto guarda in cielo per controllare se per caso a qualcun altro gli venga in mente di tirare da centrocampo. Non si sa mai…. Mentre Prandelli rende onore ai vincitori da Catania giungono in fila tre loschi figuri in completo bianconero, che hanno compiuto un’altra delle silenti vendette ordinate da Giovannino Tedesco da Pallavicino.
Viri chi cosi…domenica a Catania a picca sunavanu i campani ed a Palermo erano tutti morti, ora a Palermo manco ci fici ‘mprissioni e a Catania finiù a schifiu mah….cose da pazzi, vero Mascara e chi ti deve svegliare più.


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