TRAPANI – Tornare in Sicilia, per lui, è diventata quasi un’abitudine. Stavolta però Giuseppe Iachini non è atterrato nell’Isola per prendere nuovamente posto sulla panchina del Palermo. L’ex tecnico rosanero, fresco di dimissioni dopo le liti con il presidente Zamparini, è stato protagonista della Trapani Conference, convegno organizzato all’Hotel Tirreno di Trapani, e ha avuto modo di tornare sul suo burrascoso rapporto col vulcanico patron friulano: “Io e Zamparini abbiamo vissuto due anni e mezzo positivi per i risultati ottenuti a Palermo, con un gruppo di giocatori che ha fatto un gran lavoro. Ho avuto un ottimo rapporto con tutti, con la società, con la squadra e con la città. Anche nei migliori matrimoni, purtroppo, ci sono momenti di non totale condivisione. Ci stanno anche le discussioni”.
Un rapporto, quello tra Iachini e Palermo, che nasce da lontano. Dai tempi in cui Iachini era un calciatore, dall’affetto verso una città che per due anni lo ha adottato, e che al momento del richiamo in un ruolo diverso da quello di giocatore ha pesato più di ogni altra variabile: “Non ho mai guardato alla categoria, Serie A o Serie B. L’importante è condividere un progetto e ottimizzare il patrimonio di giocatori che la società mette a disposizione per fare risultati”. E Iachini l’ha valorizzato eccome il patrimonio del Palermo. Un esempio su tutti, quel Paulo Dybala che sta spingendo la Juventus verso il quinto scudetto di fila, esploso dopo due anni di incognite proprio tra le mani del tecnico marchigiano: “Un allenatore deve allenare al meglio i ragazzi con potenzialità importanti e non tarpare la loro fantasia. Dybala ha avuto una cresciuta importante e gli va dato merito per la sua umiltà e maturità”.
I successi di Palermo, tra campo e bilancio, Iachini li condivide con Giorgio Perinetti. Il direttore, attualmente impegnato al Venezia, è stato l’uomo che lo ha riportato a Palermo da allenatore: “Ho avuto il paciere di lavorare con Perinetti – prosegue Iachini -. Abbiamo condiviso una bellissima stagione e ci siamo separati con gran rammarico. Forse sarebbe potuto tornare a Palermo, ma d’altronde conosciamo il presidente. Al di là di questo, il direttore è una persona seria e competente. Con lui ho avuto un grande rapporto. Un peccato che a Palermo ci sia questa ruota tra allenatori e direttori, la continuità fa crescere la qualità di una squadra”.
E mentre Perinetti racconta un aneddoto legato alla sua esperienza da calciatore, nel trasferimento da Firenze a Palermo, Iachini nega di aver avuto contatti con la Sampdoria in estate: “Sono rimasto per continuare un progetto importante, poi ci sono state incomprensioni. Possono esserci stati interessamenti dalla Samp, ma è finita lì”. Il suo futuro, adesso, è tutto da decifrare: “Ma tutte le esperienze vanno prese con positività – prosegue il tecnico – sono una crescita costante. A Palermo ho vissuto quasi tre anni veramente belli, sotto l’aspetto sportivo. Nell’ultimo periodo ci sono state situazioni particolari, ma rimane un grande ricordo. Me lo porterò dietro nel tempo, così come l’affetto della tifoseria”.
Si poterà dietro anche gli strascichi di un rapporto concluso malamente, quello con Zamparini: “Quando un allenatore parla cerca di farlo sempre per il bene, cerca di farlo sempre con coscienza e onestà. Poi le vedute possono essere diverse, ognuno ha la sua veduta, è giusto che il presidente ne abbia una sua. Io ho vissuto due anni e mezzo a Palermo in maniera importante per i risultati ottenuti, ho avuto un grande rapporto con tutti, squadra società e tifosi. Poi non c’è stata una completa condivisione e ci può stare che ci si possa lasciare. È un gruppo di ragazzi che conosco, so quanto valgono moralmente, in questa stagione difficile hanno dimostrato di voler dare sempre il loro meglio”.
Da parte di Iachini arrivano anche parole d’elogio per Walter Novellino, suo maestro a Venezia e Piacenza e suo successore sulla panchina rosanero: “È un allenatore esperto, un allenatore di carattere, sa dare un’impronta alle sue squadre e quindi cercherà di ottimizzare il lavoro e ottenere da tutti il massimo per poter far sì che la squadra possa raccogliere più punti possibili in questo finale di stagione. Sicuramente avrà vissuto altre volte queste situazioni quindi saprà dare la sua impronta. Io non ho mai pensato che fosse un problema di modulo, difesa a tre o a quattro, la squadra ha fatto sette vittorie, cinque con la difesa a tre, quattro nella mia gestione, una con Davide Ballardini che a Verona giocò con la difesa a tre, contro l’Udinese con la difesa a quattro. Conta l’interpretazione del modulo, come uno ci va a lavorare sopra e io penso che a livello di mentalità il Palermo in questi anni ha dimostrato di poter far bene con questo gruppo di ragazzi. E’ venuta a mancare la continuità del lavoro ma sono convinto che questa squadra possa dare soddisfazioni e fare punti”.
Infine, l’ex allenatore del Palermo augura ai suoi ragazzi di centrare l’obiettivo prefissato in estate: “Sono positivo, ora ci saranno partite abbordabili e quindi penso che il Palermo se la possa giocare tranquillamente questa salvezza. Ci sono tutte le componenti per fare bene, ha recuperato dei giocatori importanti che fino a qualche settimana fa erano fuori per infortunio: Sorrentino, Vazquez, Lazaar, Goldaniga. Ecco, ci saranno ancora più frecce all’arco per poter affrontare questo finale di stagione nella maniera migliore. E’ stata una stagione particolare sotto diversi aspetti, poi quando succeddono queste vicissitudini qualche problemino in più ci può stare. E’ andata così, dispiace, ma adesso bisogna pensare a quello che dovrà arrivare. Conoscendo i ragazzi, io sono convinto che il Palermo farà di tutto per poter fare quei punti che servono per rimanere in Serie A”.