PALERMO – Dicembre 2014, girone d’andata ormai vicino alla conclusione. Nel Palermo pienamente guarito dalla crisi vissuta a cavallo tra settembre e ottobre ci sono poche certezze. Tra queste, quella di un difensore schierato per la bellezza di 1440 minuti (recupero escluso) i sedici partite. Una media di novanta minuti pieni, senza mai essere sostituito o tenuto a riposo. Quello stesso difensore, oggi, non ha ancora messo piede in campo in una partita ufficiale. Sinisa Andelkovic non è e probabilmente non è mai stato un elemento imprescindibile per la difesa del Palermo, colpa anche di qualche calo di concentrazione che ha influenzato molti giudizi sulle sue prestazioni, ma in nemmeno un anno il suo posto nelle gerarchie è stato completamente ribaltato.
Lo sloveno era arrivato addirittura ad indossare la fascia di capitano, a campionato praticamente concluso e con l’accantonamento momentaneo di Sorrentino per dare le residue chance di riconferma a Ujkani. Un gesto simbolico, quello di considerare il centrale non solo come un elemento cardine del gruppo, ma anche un giocatore di carisma e di esperienza. La stima di Iachini, d’altronde, non è mai venuta meno, anche nei momenti in cui gli errori di Andelkovic erano diventati una costante nelle partite del Palermo. Vero che l’alternativa non c’è mai stata, e quando c’è stata non ha certo fatto faville (vedi Feddal, rispedito al mittente dopo sei mesi), ma questa eterna panchina inizia ad essere un peso per un giocatore che sembrava aver trovato un posto da titolare fisso.
La sua insostituibilità nella passata stagione ha portato a diversi riconoscimenti. In primis il ritorno in nazionale, persa negli anni passati in Serie B tra Ascoli, Modena e Palermo, poi ritrovata grazie anche alla fiducia concessagli da Iachini nella sua prima esperienza completa in Serie A. L’altro, probabilmente più importante, un rinnovo del contratto fino al 2017, a dimostrazione di come la fiducia non fosse solamente una questione tecnica, ma anche societaria. Non che ci fosse l’intenzione di trasformare Andelkovic nel difensore del futuro, tant’è che il Palermo non ha mai nascosto in estate di essere sul mercato per un centrale mancino, ma quantomeno la consapevolezza di poter trattenere un giocatore capace di rendersi utile quando richiesto.
A vedere la difesa del Palermo oggi, è difficile pensare ad Andelkovic come il risolutore di tutti i problemi. Se però si contano gli errori individuali di un El Kaoutari non ancora a suo agio con la Serie A, la domanda sorge spontanea: ma quel giocatore che un anno fa sembrava insostituibile sarebbe veramente capace di far peggio? Un giocatore che ha dalla sua una conoscenza decisamente più approfondita di schemi e movimenti difensivi, in un momento critico come quello che sta affrontando il Palermo, non riuscirebbe a dare maggiori certezze? Lo stesso dicasi per Vitiello, che come lo sloveno ha ormai assimilato a memoria le tattiche di Iachini. Una difesa che sembra aver smarrito le sue certezze potrebbe aver bisogno di chi, in questi ultimi anni, ha tirato la carretta senza sfigurare.