PALERMO – Quando l’assillo del risultato a tutti i costi viene a mancare, capita di assistere a un divertente Palermo-Torino di metà primavera. Squadre votate al gioco offensivo che si fronteggiano a viso aperto ma incapaci di sfruttare nel migliore dei modi le fasi di superiorità territoriale avute nel corso del match. Ovvero, l’ideale per chi si accomoda in tribuna o sul divano di casa a guardare l’incontro da semplice appassionato. Un po’ meno se, come nel caso dei tifosi rosanero e di quelli granata, si confida in un successo in grado di mettere ulteriore pepe a un finale di stagione comunque ricco di significati, seppur per motivazioni diverse, da ambo le parti.
I ragazzi di Iachini si sono fatti preferire nella prima frazione di gioco, anche per merito di automatismi e trame di gioco che hanno reso insidioso il compito della quinta difesa del torneo, perforata in due occasioni in appena venticinque minuti. A quel punto i rosa hanno avuto la cosciente sfrontatezza di prendere il Toro per le corna con l’intenzione di matarlo, ma per la diciannovesima volta in stagione ad opporsi alla legge dei cannonieri del Palermo è intervenuto uno dei tre legni a sostegno della porta avversaria: nel caso specifico, è stata la traversa a salvare Padelli dal tracollo e a negare ad Andelkovic la gioia del primo gol in serie A, dopo quella del debutto nelle vesti di capitano.
Nella ripresa, invece, a salire in cattedra sono stati i palleggiatori di Ventura. Gli ingressi di El Kaddouri e Maxi Lopez, mosse rivelatesi ben più che azzeccate, hanno avuto il merito di garantire ulteriore qualità allo scacchiere disposto sul rettangolo di gioco dall’ex tecnico di Bari, Pisa e Messina. All’ex Catania, in particolare, va riconosciuta la capacità di spaccare in due l’incontro con la rete del definitivo 2-2 che ha improvvisamente modificato gli equilibri della contesa. Una gioia a cui poteva seguire un clamoroso bis, con l’urlo per la doppietta ricacciato in gola dopo l’attimo di esitazione degli arbitri, chiamati a valutare l’eventuale fallo commesso dall’argentino ai danni di Vitiello.
Il risultato di parità, tuttavia, rispecchia l’andamento del match, con entrambe le formazioni abili a non perdere mai di vista il canovaccio di una condotta divertente e per nulla banale. A voler trovare il pelo nell’uovo, l’attacco rosanero non si presenta all’appuntamento con il gol su azione dallo scorso 22 febbraio. Ma sin quando Rigoni decide di alzare l’asticella del record di marcature in massima serie con puntualità quasi settimanale, si tratta di una questione incapace di superare i varchi di uscita degli istituti di statistica. A proposito di numeri: il Palermo è salvo matematicamente e a fine agosto intraprenderà l’undicesima avventura in serie A nelle ultime dodici stagioni. Forse Iachini non era soltanto un allenatore da torneo cadetto.