Come si rimonta l’impossibile? Corna, bicorna e amuleti. Auspicio del panettiere sotto casa: “A Cassano ci avissuru a scoppiare i brufoli”. Ecco. Ma avvertite Bertolaso, per piacere. Marcia di avvicinamento ad Atalanta-Palermo-Sampdoria-Napoli. Un’unica lacoontica partita. Unica pure la benedizione: il telecomando e lo zapping furioso, imparando dall’antica arte di “Tutto il calcio minuto per minuito”. Campo centrale “Atleti azzurri d’Italia”, con frequenti collegamenti al “Ferraris” di Genova. L’importante è non farsi cogliere dalla pazzia, mutando canale ogni trenta secondi. Dieci minuti col Palermo, tre con la Samp. Ameri e Ciotti approverebbero.
Partiti con l’occhio sbilenco. Bergamo. Il Palermo c’è, attacca in massa sulla linea del Piave orobica. Sull’altro campo la Samp è una roba mollacchera. Napoli gagliardo in maglia rossa. E tiene botta, esclamerebbe Pizzul. Non succede. Vuoi vedere che succede?
Dodici minuti di orologio. Liverani squarcia il cielo bergamasco con un pallonazzo (come altro chiamarlo?) ipergalattico. Pastore ci mette il piedino prensile per l’assist finale. Cavani Edinson non può esimersi. Uno a zero. Prima l’Atalanta aveva spaventato il Palermo. Eccelso Sirigu su Tiribocchi. Comincia un pomeriggio subacqueo, terribile, in apnea. La Samp non passa. Cassano inciampa sui brufoli. Il Napoli non ci sta a fare la parte del vitello grasso. Minuti lunghissimi di sogno, di vagheggiamenti. Una gioia in fibrillazione.
Non è tanto la magia di Ceravolo, accidenti nerazzurro, a piombare in faccia come una secchiata gelata. E’ il colpo di testa di Pazzini a Genova, trentotto minuti dopo la zampata di Cavani. E’ il sipario, si avverte. Ma è un sipario che vacilla, che trema, che ansima. Perché il Napoli onora il calcio. Attacca, schiuma. Il dannato Storari ci mette unghia, piedi e capelli. Anche il palo tifa Samp. Bella forza, un palo genovese è.
A Bergamo si spengono le lucine rosanero, poco a poco. L’immenso Liverani esce con i piedi piagati per i troppi lanci. Con lui beep beep Hernandez. Via Bertolo. Entrano Blasi e il generoso Tedesco. Entra Budan. Un campione. La più alta media di gol mangiati per minuti giocati.
E’ Giovannino Tedesco ad alzare la bandiera rosanero. Non è per nulla. C’è lui nell’azione che porta il rigore al Palermo. Cavani segna per la più inutile delle vittorie. Di là, sull’altro canale, stanno già festeggiando in blucerchiato. Pazzini bacia tutti. Cassano è in maglia della salute. I brufoli sono al loro posto. Il cuore doriano canta in curva. Il cuore del Palermo resiste forte e abbraccia il vento del rimpianto che lo scuote.
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