Una 'polpetta avvelenata' in pasto all'opinione pubblica - Live Sicilia

Una ‘polpetta avvelenata’ | In pasto all’opinione pubblica

Musumeci contro i regionali. Un'operazione di occultamento di inefficienze come sostengono i sindacati e le opposizioni?
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ormai decisamente in corsa per superare il suo predecessore Rosario Crocetta in dichiarazioni inutilmente roboanti con ottime probabilità di successo, ha confezionato una succulenta polpetta avvelenata da gettare in pasto all’opinione pubblica sempre disponibile, a volte a ragione a volte a torto, ad accanirsi sui dipendenti pubblici. Un’operazione di occultamento di inefficienze e fallimenti del suo governo come sostengono i sindacati e le opposizioni? La risposta dipende anche dalla consistenza dell’accusa, alquanto debole elaborando un minimo di ragionamento.

D’altra parte bisogna riconoscere la convenienza di buttarla in caciara quando il fumo supera l’arrosto, basta per esempio scagliarsi contro qualcuno. Un po’ i migranti e un po’ i regionali, ed è perfetto. Addirittura, e qui viene il bello, l’inquilino di Palazzo d’Orleans scandisce una secca percentuale: 80%! L’80% dei regionali, Covid-19 complice, si gratta la pancia da mattina a sera ha detto il governatore. Da mozzare il fiato. Strano, verrebbe a primo acchito da pensare, appena qualche settimana fa nella sua relazione di metà mandato all’Ars ha decantato ottimi risultati, ha lavorato in solitudine tipo supereroe? Ora, se il vertice istituzionale – seppure eletto da una minoranza della minoranza di elettori andati a votare nel novembre del 2017 – di una regione popolosa e piena di problemi come la Sicilia si arrischia a puntualizzare pure la percentuale dei funzionari regionali intenti a grattarsi la pancia da mattina a sera vuol dire che ha dati, schemi, grafici, nomi e cognomi, report su ogni singolo dipendente, relazioni ispettive, riservate firmate dai capi dipartimento, che hanno il compito di gestire il personale, in cui vengono fornite le prove inoppugnabili sulla latitanza dei propri impiegati, seppure formalmente in ufficio, nella misura media almeno dell’80%.

Non solo, vuol dire anche che questa mole di documenti è stata doverosamente trasmessa a chi di competenza per l’accertamento di eventuali responsabilità sotto vari profili. Immagino che Musumeci a breve sarà chiamato e sentito, mi meraviglierei del contrario. Vuol dire pure che sono in arrivo provvedimenti disciplinari, che si sta adoperando per annullare ogni compenso previsto dai contratti per il raggiungimento degli obiettivi e già attribuito a favore di dirigenti generali e dirigenti perché, quasi mi vergogno della banalità della precisazione, se ben l’80% degli impiegati regionali si gratta la pancia è matematicamente impossibile per dirigenti e dirigenti generali raggiungere gli obiettivi assegnati. Come mai, allora, sono stati considerati conseguiti? Se non è così, se non esiste la benché minima traccia di tutto ciò il presidente si rende conto della inaudita gravità delle sue disinvolte esternazioni e del danno che provocheranno? Chi doveva e deve effettuare i controlli, assessori, dirigenti e dirigenti generali, non dovrebbe essere censurato? I cittadini, giustamente alla ricerca di colpevoli per le mille cose che non vanno, ci cascano e divorano la polpetta avvelenata cucinata “alla musumeciana” senza farsi troppe domande.

Basta leggere i violenti commenti sui social. Senza domandarsi, a parte le considerazioni sopra illustrate, cosa ha fatto e fa la politica siciliana – i cui rappresentanti sono i più improduttivi in assoluto – per riformare la Pubblica Amministrazione regionale, creare un sistema moderno, tecnologicamente attrezzato, non legato all’asettica presenza fisica in ufficio, adatto alle sfide dei tempi con personale giovane e formato, che garantisca il diritto alla carriera, punica i fannulloni e premi gli operosi senza nicchie privilegiate quali sono gli uffici di gabinetto, che sburocratizzi. Soprattutto, udite udite, che separi realmente la politica dall’amministrazione, cominciando dalle nomine dell’alta burocrazia e del sottogoverno regionale puntualmente a servizio del potente di turno e non della collettività. La risposta la sappiamo: non ha fatto niente, assolutamente niente, chiunque abbia governato e governi. Ma non importa, basta aggredire i regionali in massa, bravi o scarsi è un dettaglio, “a cu pigghiu pigghiu”, a chi prendo prendo. Viva la Sicilia!

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