CATANIA – Ci sarebbe stato un progetto per Salvatore Mazzaglia. Quello di prendere le redini della famiglia di Cosa nostra nel caso in cui i vertici della cosca sarebbero finiti dietro le sbarre. Almeno questo è quello che hanno raccontato alcuni pentiti ai magistrati della Dda etnea.
I faldoni di Overtrade
Quei verbali sono finiti nei faldoni dell’inchiesta Overtrade che ha totalmente raso al suolo la cellula mafiosa di Mascalucia del clan Santapaola Ercolano che avrebbe ai vertici proprio Mazzaglia, che è il cognato dell’ergastolano Pietro Puglisi (ex esponente del clan del Malpassotu).
Nella riorganizzazione di quella che sarebbe dovuta essere la nuova nave di comando ci sarebbe stato anche Mirko Casesa, genero di Nino ‘u calcagno (Mazzaglia, ndr). Ma i piani della mafia sono saltati, blitz dopo blitz, arresti dopo arresti.
Mazzaglia, la figura chiave
Le indagini dei carabinieri ruotano attorno alla figura di Mazzaglia che sarebbe riuscito a creare una rete di traffico di sostanze stupefacenti di grosse dimensioni. I pm Rocco Liguori e Lina Trovato alla fine di luglio hanno chiuso la requisitoria davanti al Gup con le richieste di pena per gli imputati che hanno chiesto il rito abbreviato. Un processo che abbraccia due anni di storia criminale. Non solo droga, ma anche armi ed estorsioni.
La regia criminale
Da Mascalucia ci sarebbe stata una regia mafiosa in grado di creare ponti di collegamento anche con il gruppo storico del Villaggio Sant’Agata a Catania. E così spunta un ‘nipote d’arte’: lo zio di Antonio Battaglia è Santo, lo storico capomafia della zona, ormai detenuto da tempo.
E nei fascicoli sono finiti anche i nipoti di Roberto Vacante (sposato con la figlia del capomafia scomparso Turi Santapaola), Dario e Antonino. Nella lista degli imputati anche Vincenzo Sapia, che nel 2017 è finito nel mirino del Ros. Per alcuni avrebbe avuto un posto di ‘rilievo’ negli assetti di comando del clan Santapaola.
Le richieste di pena
Non hanno concesso sconti i due sostituti procuratori, che hanno chiesto la condanna degli imputati. Queste le richieste di pena: Salvatore Mazzaglia, 20 anni, Mirko Pompeo Casesa, 14 anni, Antonino Sebastiano Battaglia, 8 anni e 8 mesi, Giovanni Mazzaglia, 8 anni, Victor Mangano, 8 anni e 8 mesi, Elena Nicosia, 8 anni, Fabio De Simone, 8 anni e 40 mila euro di multa, Maurizio De Simone, 8 anni e 40 mila euro di multa, Davide Musumeci, 2 anni e 6 mila euro di multa, Dario Vacante, 2 anni e 6 mila euro di multa, Rosario Zagame, 8 anni e 4 mesi e 40 mila euro di multa, Salvatore Castorina, 8 anni e 40 mila euro di multa, Francesco Codiscoto, 8 anni e 40 mila euro di multa, Mariano Giarrusso, 2 anni e 6 mila euro di multa, Antonino Vacante, 2 anni e 6 mesi e 6000 euro di multa, Salvatore Sambataro, 5 anni e 40 mila euro di multa, Davide Scavo, 2 anni e 6 mesi e 6000 euro di multa, Sebastiano Tucci, 2 anni e 8 mesi e 6 mila euro di multa, Giuseppe Lombardo, 8 anni e 8 mesi e 40 mila euro di multa, Marco Marsala, 8 anni e 8 mesi e 40 mila euro di multa, Pietro Modaffari, 5 anni e 30.000 euro di multa, Vincenzo Sapia, 8 anni e 4 mesi e 40 mila euro di multa, Carmelo Russo, 8 anni e 4 mesi e 40 mila euro di multa, Silvestro Zingale, 4 anni e 4 mesi e 20 mila euro di multa, Davide Fatuzzo, 4 anni e 8 mesi e 22 mila euro di multa, Michele Fichera, 6 anni e 8 mesi e 40 mila euro di multa.
I patteggiamenti
Alcuni sono stati condannati con il patteggiamento della pena. Salvatore Culletta, 4 anni e 16 mila euro di multa, Carmelo Di Salvo, 5 anni e 20 mila euro di multa, Antonio Fazzeni, 3 anni e 20 mila euro di multa, Giuseppe Mascolino, 3 anni e 14 mila euro di multa, Rosario Miraglia, 5 anni e 18 mila euro di multa, Domenico Padalino, 2 anni e 4 mila euro di multa, Antonio Pellegrino, 2 anni e 6 mila euro di multa, Lorenzo Sgroi, 4 anni e 8 mesi e 18 mila euro di multa.