CATANIA – Il processo sul crac del colosso delle costruzioni Tecnis, che vede imputati gli imprenditori Mimmo Costanzo e Concetto Bosco, non arriva ancora al traguardo.
Le società terze chiedono blocco sequestro
Tiene banco, ancora, il tema della confisca delle società già poste in sequestro nell’ambito dell’inchiesta ‘Arcot’ proprio sulla bancarotta dell’impresa, dichiarata insolvente nel 2017. Oggi, il gup Simona Ragazzi, ha ascoltato l’intervento dei proprietari di alcune società finite nel calderone giudiziario che hanno illustrato le loro ragioni e hanno quindi chiesto il blocco del sequestro di alcuni beni.
Gup rinvia a febbraio
Il giudice ha rinviato al prossimo 15 febbraio per esaminare gli atti forniti e quindi prendere una decisione.
Oltre a Costanzo e Bosco, sono coinvolti nel procedimento il fratello di quest’ultimo, Orazio e Gaspare Di Paola. I difensori dei quattro imputati hanno chiesto il patteggiamento della pena ed hanno già incassato il parere favorevole dei pm Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti.
Archiviati le altre quattro posizioni
È stata invece accolta dal gip Luigi Barone la richiesta di archiviazione per gli altri quattro indagati: Danilo La Piana, Gaetano Buda, Riccardo Acernese e Silvia Giuseppina Filetti. Il giudice ha “ritenuto che la notizia di reato si è rivelata infondata” si legge nel decreto firmato l’8 ottobre 2020.
“Danilo La Piana e Gaetano Buda – si legge nella richiesta di archiviazione accolta dal gip – non avevano alcuna competenza in maniera contabile e commerciale e pertanto non hanno fornito, neanche nella loro qualità di prestanome, alcun contributo causale alle condotte contestate agli altri indagati”. Manifesta soddisfazione l’avvocato Enzo Di Mauro, difensore di Buda, che sin dall’inizio ha ribadito la totale estraneità del proprio assistito alle accuse che nella prima fase dell’indagine gli erano state mosse. Lo stesso vale per Luigi Latino, che ha assistito Danilo La Piana.
Sul conto di Riccardo Acernese la Procura argomenta che “sostanzialmente si è limitato di studiare la situazione contabile e gli assetti societari della Tecnis evidenziano peraltro numerose anomalie”. Ed infine, i due pm evidenziano che “le approfondite indagini non hanno permesso di acquisire alcun elemento di prova in ordine alla partecipazione di Giuseppe Costanzo e Silvia Giuseppina Filetti ai reati”.