Il presunto terrorista Aymen Abidi, scappato dal Tribunale di Firenze la scorsa estate, si era rifugiato in Sicilia. E a Trapani la guardia di finanza ha arrestato l’uomo che ne avrebbe coperto la latitanza e organizzato la fuga in Tunisia.
Il fermo
Il fermo è stato disposto dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Calogero Ferrara. Il fermato si chiama Nouri Ejjed, 50 anni, e stava per scappare in nave. Le indagini sono dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Agrigento.
La fuga in Tribunale
Abidi, 25 anni, era stato arrestato lo scorso luglio dalla polizia a Firenze perché raggiunto da un mandato di arresto internazionale per terrorismo. Gli agenti dello squadra mobile lo bloccarono in centro. Era ricercato dalla polizia tedesca con l’accusa di tentato omicidio. Avrebbe fatto fuoco a Lipsia il 9 aprile 2020 in Eisebhanstrasse contro un 47enne serbo, rimasto gravemente ferito al collo.
Abidi era riuscito a fuggire mentre si trovava nel parcheggio retrostante il palazzo di giustizia, in attesa di salire sul mezzo che avrebbe dovuto riportarlo nel carcere di Sollicciano. Aveva appena finito di partecipare a un’udienza.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia penitenziaria, sarebbe riuscito a sfilarsi la manette da uno dei polsi. Dopo avere spintonato l’agente, scavalcò una doppia recinzione.
L’arrivo a Trapani
Quindi sarebbe arrivato a Trapani dove avrebbe contato sull’appoggio una rete di favoreggiatori su cui ancora si indaga. Uno di loro è stato fermato. Abidi sarebbe stato ospitato in una cittadina in provincia di Trapani, da qui in un capannone nei pressi di un molo a Marsala. Infine il trasferimento in gommone in Tunisia a fine ottobre. Il mezzo sarebbe stato poi usato per organizzare uno sbarco clandestino sullo coste siciliane.
In Tunisia in gommone
Raggiunta la Tunisia, Abidi veniva “preso in consegna” da un complice. Nelle intercettazioni Ejjed si diceva orgoglioso, nonostante il rischio di essere arrestato, di aver assicurato la fuga all’estero dell’amico che rischiava di essere condannato in Germania per terrorismo.