Il Palermo ricomincia da Chievo. Anzi no. I rosanero, a secco di vittorie in campionato da oltre un mese, cercavano sul campo del Bentegodi i tre punti che vorrebbero dire sì secondo successo di fila sotto la nuova gestione Rossi, ma soprattutto rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per il finora anonimo posto in classifica.
Delio Rossi, che può schierare Liverani dal primo minuto, ritrova in extremis anche Balzaretti sulla fascia, e affida le chiavi dell’attacco al solito tandem Miccoli-Cavani. Di Carl, sul fronte opposto, preferisce far partire dalla panchina il convalescente Bogdani optando per il duo offensivo Abbruscato-Pellissier supportato da Bentivoglio.
Le squadre cercano entrambe fortemente il successo e ciò le porta a giocare con una certa attenzione soprattutto nei primi minuti: una lunga fase di studio senza particolari pericoli per i due portieri. Il terreno di gioco pesante non favorisce il gioco veloce delle fasce rosanero che stentano a impostare il gioco. Il primo sussulto alla gara lo regala Pinzi con un bel tiro a fil di palo che Sirigu neutralizza rifugiandosi in calcio d’angolo. Al 20′ Liverani pecca di nervosismo rimediando un cartellino giallo per un fallo di reazione su Bentivoglio. Nell’anonimato dei primi 45 minuti il Palermo si vede soltanto poco prima della mezz’ora, quando Cavani manca d’un soffio la deviazione in rete di un bellissimo pallone crossato da Cassani. Al 33’ è ancora Chievo. Bentivoglio tenta la botta dalla distanza ma la sfera termina alta sopra la traversa. Sessanta secondi dopo è Abbruscato a trovare il varco e lanciarsi verso la porta rosanero ma il clivense sbaglia davanti a Sirigu. La partita da sterile si trasforma in nervosa e l’arbitro Mazzoleni comincia a tirar fuori i cartellini gialli. A finire sul taccuino del direttore di gara nel giro di due minuti sono Mandelli per il Chievo e Simplicio per il Palermo. In una giornata in cui Miccoli non brilla particolarmente è Cavani a sfiorare il gol con una bella conclusione dalla distanza. Il tiro dell’uruguaiano però termina al lato di un soffio. Rispetto alla gestione Zenga salta all’occhio una maggior compattezza tra i reparti che si cercano di più rispetto a prima, affidandosi ad un fitto fraseggio soprattutto negli spazi stretti.
La ripresa si apre sugli stessi ritmi blandi del primo tempo con il Chievo che appare messo meglio in campo. Pinzi stende Bresciano con un intervento assassino e viene graziato da Mazzoleni che estrae “solo” il cartellino giallo. L’australiano, pochi minuti dopo, illude i tifosi rosanero con un bel diagonale che però termina al lato di pochissimo. La paura scuote i padroni di casa che al nono si portano in vantaggio con Abbruscato. Il clivense è bravo a spedire in gol, con una bella rovesciata, una palla respinta da Sirigu. I rosanero non riescono a mettere ordine nei propri piani e subendo il gioco del Chievo. Rossi decide di cambiare qualcosa inserendo Migliaccio e richiamando in panchina Simplicio. Al 22′ è Miccoli a rimediare l’ennesimo cartellino giallo della partita dopo un breve battibecco con l’arbitro reo, secondo il fantasista, di non avergli concesso una punizione. Due minuti dopo è il turno di Budan che va a rilevare Cavani. Le sostituzioni non sembrano cambiar molto l’assetto della squadra che al 27′ vede ammonito anche Bovo per proteste. Il gioco del Palermo non decolla e Rossi prova a giocare l’ultima carta: in campo Hernandez al posto di Nocerino. La squadra si sbilancia e al 36′ Pellissier cerca di approfittarne. L’attaccante gialloblù supera Kjaer e si invola verso la porta di Sirigu. Il destro del capitano clivense si spegne alla sinistra dell’estremo difensore rosanero. Di Carlo richiama Mandelli per far posto a Scardina. Gli ultimi minuti sono lo specchio dei novanta precedenti: con i giocatori rosa innervositi da certe decisioni a senso unico del direttore di gara che culminano al 46′ con l’espulsione di Fabio Liverani. Il triplice fischio finale consegna la vittoria al Chievo che torna al successo dopo le due sconfitte con Sampdoria e Parma, ma soprattutto nega ancora una volta il successo al Palermo per nulla rinvigorito dalla nuova “cura Rossi”.
A sei giorni dall’arrivo di Delio Rossi sulla panchina rosanero, e dopo il successo contro la modesta Reggina in Coppa Italia, il cambio di manico in casa Palermo non dà ancora i suoi frutti dunque. La vittoria manca ormai da oltre un mese e la classifica comincia ad parlare chiaro: i problemi restano e andrebbero risolti al più presto possibile, altrimenti sarà meglio rivedere, e considerevolmente, gli obiettivi stagionali.