PALERMO – Appena sono partiti i controlli, le domande sono diminuite. E dei 7,7 milioni stanziati, poco più di 400 mila risultano ancora non spesi. La macchina dei “buoni spesa” per far fronte all’emergenza Covid è però pronta a rimettersi in moto: il comune di Palermo annuncia che da lunedì riprenderà l’erogazione dei fondi relativi a novembre e dicembre con altri quattro milioni da erogare già prima di Pasqua e nelle successive settimane. Un’attività che ha subito uno stop di qualche mese proprio per consentire approfondite verifiche da cui è emerso che non tutti i richiedenti erano in regola.
Finora Palazzo delle Aquile ha erogato quasi otto milioni di euro arrivati non solo dalla Protezione civile, ma anche dall’Ue per il tramite della Regione e sono serviti a sostenere 19.430 famiglie per un totale di 58.740 cittadini, a cui aggiungere un migliaio di non residenti a Palermo e circa 1.500 persone assistite a domicilio perché in quarantena. Il tutto tramite lo strumento della tessera sanitaria usata come un “bancomat” in 300 punti convenzionati.
“Un’organizzazione complessa – afferma il sindaco Leoluca Orlando – frutto di un grande e inestimabile impegno dei dipendenti comunali coinvolti in diversi uffici, a partire da quelli delle politiche sociali. Quasi il 9% della popolazione residente in città ha richiesto l’assistenza: dati che forniscono l’idea della crisi economica e sociale che ha colpito la nostra comunità in conseguenza del diffondersi del contagio e dell’adozione delle misure restrittive. Una crisi cui però c’è stata una risposta di comunità che ha coinvolto centinaia di persone, associazioni, enti e che ha dato il segno di una solidarietà tangibile perché nessuna famiglia rimanesse da sola”.
Delle somme previste, però, 430 mila euro (circa il 5%) risultano ancora dormienti sulle carte. “In alcuni casi – spiega l’assessore Giuseppe Mattina – perché si tratta di pochi centesimi residuali nelle tessere di alcune famiglie, ma in altri casi perché a partire da novembre, con l’avvio di controlli massicci sia da parte del Comune sia in collaborazione con la Guardia di Finanza, è stato possibile individuare diversi casi sospetti che hanno probabilmente indotto alla prudenza chi non era del tutto sicuro di aver fatto dichiarazioni corrette”. Il Comune ha finora individuato 79 casi irregolari, una quarantina quelli pizzicati dalle forze dell’ordine. “Si tratta ovviamente di un calo fisiologico – afferma ancora Mattina – dovuto al fatto che migliaia di lavoratori che durante il lockdown avevano perso del tutto ogni forma di reddito hanno ripreso la propri attività, oppure nel frattempo hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza o al reddito di emergenza, ma è innegabile che qualche centinaio di furbetti è stato individuato e sanzionato”.
In diminuzione anche le famiglie che hanno chiesto aiuto al Comune: dalle 20 mila del primo lockdown alle 2.500 attuali. Una macchina difficile da gestire, ma che è stata resa più veloce dalle procedure telematiche: tutti coloro che avevano fatto la domanda fino a dicembre sono stati contattati con sms per confermare, dopo i controlli degli uffici, le proprie domande. In poche ore quasi 6.000 persone hanno completato tutta la procedura on line.