Il Tar della Sicilia si pronuncia sull’aggiudicazione dei servizi di pulizia, servizi integrati e servizi accessori in ambito sanitario in Sicilia. Si tratta della principale gara finita al centro dell’inchiesta “sorella Sanità”, che ha provocato un terremoto nella sanità isolana, svelando una fitta rete di trame corruttive, in buona parte ammesse dagli accusati. Le aggiudicazioni della gara della Centrale unica di committenza vengono annullate dai giudici amministrativi con sentenza.
I magistrati del Tar nella sentenza fanno ampiamente riferimento alla vicenda penale che riguarda i reati di corruzione e turbativa d’asta e che ha fatto emergere “di un sistema corruttivo volto a turbare l’esito della procedura, mediante la promessa di denaro ed altre utilità in favore del Presidente della Commissione di gara e di un membro tecnico della Commissione giudicatrice”.
Gli accusati, si ricorda nella sentenza, hanno confessato il reato corruttivo. Arriva adesso l’annullamento dei provvedimenti di aggiudicazione della gara, con l’accoglimento da parte del Tar dei ricorsi presentati contro la stessa. Si tratta di un tema spinoso che è stato discusso nei giorni scorsi anche in commissione regionale Antimafia, visto che non si è proceduto ad emettere nuovi bandi per riaggiudicare i servizi e alcune imprese coinvolte nell’indagine continuano a lavorare negli ospedali siciliani.