PALERMO – Quasi 819 milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno: è una vera e propria voragine quella delle tasse non riscosse dal comune di Palermo negli ultimi dieci anni. E ci si riferisce solo alle somme iscritte a ruolo, a cui sommare la riscossione volontaria che non va tanto meglio. A mettere i numeri nero su bianco ci ha pensato la Ragioneria generale di Palazzo delle Aquile che, in una nota, fa i conti sugli ammanchi di cassa della quinta città d’Italia e parla apertamente di “crisi irreversibile”.
Numeri da capogiro, specie se si pensa che il Comune è praticamente con l’acqua alla gola: il bilancio 2021 non si può chiudere, il dissesto è ormai dietro l’angolo, lo squilibrio è strutturale e ogni spesa superflua viene bloccata. Gli incassi sono troppo pochi e questo crea un circolo vizioso: meno soldi l’amministrazione ha in cassa, più deve fare ricorso alle anticipazioni di tesoreria (su cui si pagano gli interessi) e più deve accantonare nel Fondo crediti di dubbia esigibilità, congelando quelle poche somme di cui dispone.
Un disastro, insomma, che sta tutto nei numeri e che piazza Pretoria addebita in larga parte a Riscossione Sicilia: dal 2010 a oggi fra tassa sui rifiuti, Imu e multe il comune di Palermo avrebbe dovuto incassare 1,2 miliardi di euro e invece ne ha ricevuti appena 381 milioni, il 32%, neanche un terzo. Se invece si prendono in considerazione le “entrate minori”, come quelle patrimoniali, su 96 milioni Riscossione Sicilia è riuscita a recuperarne appena 6,2 milioni, cioè il 5,5%. Ma il Comune sottolinea anche un altro dato: gli altri agenti di riscossione di altre parti d’Italia fanno meglio, visto che hanno incassato il 56% delle entrate maggiori e il 15% delle minori. Non deve stupire quindi che piazza Pretoria stia lavorando a un bando per affidare la riscossione ad altri soggetti.
Una situazione che ovviamente si somma anche alla bassa capacità di riscossione di Palazzo delle Aquile, “sebbene debba rilevarsi che la performance registrata da Riscossione Sicilia – scrive la Ragioneria – sia in termini percentuali, rispetto ai carichi complessivi affidati, significativamente più bassa rispetto alla media di tutti gli altri agenti”. Una conferma, continuano gli uffici, “che la crisi, in atto irreversibile, in cui è precipitato il Comune di Palermo è prevalentemente addebitabile ai profili di scarsissima ed inaccettabile capacità di riscossione delle proprie entrate, anche quando questa è affidata ai concessionari per la riscossione”.