CATANIA – Sarà stato il dissesto, sarà stato il Covid oppure la crisi economica e sociale connessa alla Pandemia. Sarà forse per tutti questi fattori messi assieme (e probabilmente anche altro). Certo è che la posizione 105 (quindi ultima) della classifica del quotidiano economico Il Sole 24 Ore arriva come uno schiaffo sull’operato del sindaco Salvo Pogliese. La reazione arriva infatti immediata: ”Ogni giorno mi spendo con lealtà e fermezza per fronteggiare le tante emergenze di una grande città del Mezzogiorno, come è Catania, stando in mezzo alla gente che mi gratifica con apprezzamenti in pubblico come in privato e innumerevoli attestati di stima. Se non si trattasse di un autorevole istituto di sondaggi, verrebbe da pensare che nelle rilevazioni hanno confuso città o addirittura sbagliato pianeta”.
Il primo cittadino catanese, insomma, la botta l’ha sentita tutta. Perché i numeri che più pesano sono quelli che nel dettaglio determinano uno score da retrocessione diretta. Se Salvo Pogliese è stato eletto con un chiaro 52,3%, il dato Governance poll 2021 segna un consenso stimato al 30%, più di 22 punti percentuali in meno rispetto al 2018. Numeri che, come in ogni rilevazione, non è detto che verranno confermati alle urne. Intanto però qualcosa vorranno pure dire e possono suonare come campanello d’allarme.
Pogliese non ci sta
Pogliese tuttavia non ci sta. “Mi limito a osservare – il primo cittadino – che i sistemi di valutazione adoperati, sicuramente non colgono il valore di un impegno totalizzante come quello di un sindaco che ha rinunciato a facili demagogie, assumendosi l’onere di affrontare e risolvere problemi da trent’anni sul tappeto”.
L’inquilino di Palazzo degli Elefanti intanto rispolvera le parole della scorsa campagna elettorale, quelle sull’addio anticipato a Bruxelles per accettare la candidatura a una poltrona che, lo si sta vedendo con le altre città metropolitane attualmente al voto, piace sempre meno. “Ho scelto di fare il sindaco – dicie Pogliese – lasciando la comoda poltrona di parlamentare europeo come atto d’amore verso la città in cui sono nato e cresciuto, per correggere una rotta che aveva portato al baratro, consapevole dell’enorme fardello debitorio e di un dissesto finanziario lasciato in eredità”.
Lo scatto d’orgoglio
Pogliese ci concede anche uno slancio di orgoglio e la fa dalla consapevolezza che alla fino sono in numeri “veri” a determinare il destino di un politico: “Personalmente – dice – credo che gli unici sondaggi che abbiano valore siano quelli delle urne, tenuto conto che quando mi sono candidato, tre anni addietro, alcune rilevazioni, anch’esse considerate ‘autorevoli’ mi davano un risicato 17% di preferenze. Come tutti sanno fu un trionfo, con la vittoria al primo turno e oltre il 52% dei voti a mio favore. Il resto, compresi sondaggi buoni o cattivi che siano, francamente lasciano il tempo che trovano, perchè l’unico dato che ha valore e’ quello delle elezioni”. Tuttavia i buoni sondaggi servono a fare morale e a tenere a bada le forze che sostengono l’azione amministrativa in corso.
Le opposizioni
Inevitabile è intanto la polemica politica. “Un primato negativo che ci deve far riflettere e che, purtroppo, non mi sorprende affatto. Questo dato non fa altro che confermare lo stato in cui versa la nostra città, abbandonata a sé stessa, dalle periferie al centro storico”. Maria Laura Paxia, deputata catanese eletta nel cinque stelle e transitata poi nel Misto, punta il dito contro la gestione a guida Pogliese: “Catania è ai minimi termini – aggiunge – e la guida politica inconsistente del primo cittadino, non ha apportato alla comunità alcun tipo di beneficio rispetto al passato, determinando anzi un peggioramento generale dovuto anche al clima di incertezza, aggravato dal dissesto economico del Comune”
Interviene anche Enzo Bianco, l’ex primo cittadino della Primavera catanese che ha dovuto cedere lo scettro di Palazzo degli Elefanti proprio nelle mani di Salvo Pogliese. “Mi dispiace davvero vedere il sindaco della mia Citta’ precipitare all’ultimo posto come gradimento in Italia. Mi dispiace davvero. In tre anni Pogliese ha perso larga parte del consenso che lo aveva portato al successo. In citta’ si respira quest’aria di sfiducia. ”N mani a nuddu’ (nelle mani di nessuno, ndr) sento dire sempre piu’ spesso”.
In passato, tuttavia, la classifica de Il Sole 24 ore non ha sorriso neanche a Enzo Bianco. Nel 2017 era 71esimo, mentre nel 2014 era al 53 esimo posto. “Rivolgo un appello: non possiamo vedere Catania precipitare senza reagire – aggiunge Bianco che attualmente siede in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione – nelle naturali e doverose differenze politiche, uniamo gli sforzi di tutti per dare un impulso vitale alla Citta’, per sbloccare progetti, per mobilitare la società civile, le forze sociali. Non chiediamo nulla in cambio; né poltrone né incarichi. Chiediamo – conclude l’esponente dem – di da dare una mano a Catania. Non accettarla sarebbe davvero un peccato, grave”.
Le voci della maggioranza
“Lascia un po’ sorridere che tra i sommari giudizi ci sia anche l’ex sindaco Bianco, cioè colui che ha contributo al dissesto del Comune”, così Luca Sangiorgio in una nota dalla maggioranza. “Non sorprende più di tanto la canea di chi approfitta di un sondaggio per scagliarsi contro Salvo Pogliese e l’impegno profuso per risollevare le sorti di una città, gravata da 1,6 miliardi di debiti, un personale ridotto all’osso, un corpo della polizia municipale che è meno di un terzo di quello necessario, un appalto dei rifiuti redatto nel 2016 di cui finalmente ci stiamo liberando. Certo lascia un po’ sorridere che tra quanti scagliano sommari giudizi ci sia anche l’ex sindaco Bianco e un ex assessore della sua giunta, cioè proprio coloro che hanno contributo al dissesto del Comune, sconfitti sonoramente alle urne, artefici di una gestione “scriteriata” e che oggi si ergono a paladini del buon nome della città, la stessa comunità che hanno offeso con 5 anni di malgoverno e cattiva gestione”.
“Vorrei invece ricordare e soffermarmi – continua – sui tangibili risultati amministrativi della sindacatura di Salvo Pogliese: oltre venti cantieri piccoli e grandi aperti in città; una correzione di rotta della fasulla e dissennata gestione finanziaria; il risanamento della partecipate, ora tutte in attivo, e la fusione Amt-Sostare dopo rinvii e fallimenti che genera risparmi ed efficienza; un nuovo dialogo coi cittadini dopo cinque anni di distacco mentre altri stavano chiusi nel Palazzo ad autocelebrarsi; un piano regolatore oramai avviato alla sua definizione; un rapporto con il consiglio comunale improntato alla lealtà e con assidua presenza in aula del primo cittadino; concorsi celebrati in pochi giorni a differenza dei tempi biblici di prima; una rimodulazione dei fondi comunitari, con le progettazioni che stanno finalmente sanando il vuoto di opere pubbliche lasciato dalla precedente amministrazione”.
“Ciò e tanto altro – dice Sangiorgio – rappresentano il saldo effettivo di una rotta che è fondata sulla concreta azione di Pogliese, che di certo non può essere cancellata da un sondaggio di discutibile valenza e dalle incerte, e sicuramente approssimative, modalità di rilevamento. Come forza di maggioranza ai nostri avversari politici non chiediamo indulgenza, perchè ne conosciamo doppiezza e capacità mistificatoria ma nell’interesse della comunità dei cittadini che vive un momento drammatico per la pandemia e anni di malgoverno, ci appelliamo affinchè rispettino almeno il buon senso prima di parlare, ricordando che spesso “fa chiu cumpassa” un dignitoso silenzio”.
Gli autonomisti
“Consideriamo ingeneroso ed ingiusto – interviene il capogruppo di Grande Catania – il recente sondaggio de Il Sole 24 ore e le relative polemiche rispetto allo straordinario impegno profuso in città dall’instancabile sindaco Pogliese”